Blitz coordinato delle Forze dell’ordine: arrestato Piervittorio Belfanti. Denunce e arresti per 26 persone
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- Creato 27 Giugno 2017
- Pubblicato 27 Giugno 2017
MANTOVA, 27 giu. – Un'azione congiunta tra le Forze dell'Ordine e la Procura della Repubblica di Mantova ha portato all'esecuzione di 12 misure cautelari con il coinvolgimento di 26 persone tra arrestati e denunciati e a compiere 29 perquisizioni tra le province di Mantova, Reggio Emilia e Verona nel corso delle quali è stato reperito denaro contante per un totale di circa 500mila euro.
L'elemento di spicco, in questa operazione denominata "Formula", è Piervittorio Belfanti, l'imprenditore ben noto a Mantova con l'appellativo di "re dei ristoranti", per il quale è stata disposta la misura cautelare della custodia in carcere.
L'esito dell'operazione è stato illustrato questa mattina nel corso di una conferenza stampa presso l'ufficio del Procuratore Manuela Fasolato affiancata dal Sostituto Procuratore Alberto Sergi, dal comandante provinciale dei Carabinieri Colonnello Fabio Federici, dal Colonnello Andrea Pieroni, comandante provinciale della Guardia di Finanza, dal Comandante della Polizia Stradale Stefano Caleffi e dal sostituto commissario della Polizia di Stato Domenico Casiello.
L'operazione, conseguente una complessa indagine iniziata nel dicembre 2016 proseguendo il filone della precedente vicenda Remax, ha chiamato in causa 300 uomini delle forze dell'ordine: un intenso e proficuo lavoro di squadra che ha consentito di scoprire un fitto intreccio di attività illegali che comportano responsabilità penali con il rinvio a giudizio di 17 persone per associazione a delinquere e, parallelamente, azioni illecite svolte da tre militari della Guardia di Finanza.
Un altro aspetto dell'operazione riguarda tre militari delle Fiamme Gialle che avrebbero ottenuto vantaggi personali omettendo le necessarie denunce relative al loro compito ispettivo nei confronti di laboratori gestiti da cinesi.
Per quanto riguarda Piervittorio Belfanti, le indagini hanno appurato il ricorso soggetti di comodo in varie posizioni societarie a lui riconducibili, trasferimento fraudolento di valori, evasione fiscale, considerando l'inadeguatezza delle sue dichiarazioni dei redditi.
Nel 2015, ad esempio, avrebbe denunciato un utile di 264 euro e, inoltre, avrebbe proseguito la sua attività anche in questo periodo in cui è sottoposto a un programma di servizi in prova, con obbligo di residenza notturna, per una precedente condanna.
Per completezza, ecco il comunicato stampa ufficiale, congiunto, della procura della Repubblica, Carabinieri, Gurdia di Finanza e Polizia Stradale.
"In data odierna le seguenti Forze dell'Ordine: Sezione di Polizia Giudiziaria della Polizia di Stato della Procura di Mantova, Comando Provinciale dei Carabinieri di Mantova Reparto Operativo-Nucleo Investigativo, Guardia di Finanza Nucleo di Polizia Tributaria di Mantova e Tenenza di Castiglione delle Stiviere, Polizia Stradale-Compartimento Lombardia Sezione di Mantova, hanno dato esecuzione a Ordinanze di Misure Cautelari emesse, su richiesta della Procura della Repubblica di Mantova, Procuratore Dott.ssa Manuela FASOLATO e Sostituto Procuratore Dott. Alberto SERGI, dall'Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Mantova, Dott. Gilberto CASARI, nei confronti di BELFANTI Piervittorio, CANOBBIO Lenos, DE ROSA Gaetano, DONDI Gianni, FERRI Paolo, M'HAMDI Salah Eddine, MAROUANI Ridha, MENCONI Giulio, VECCHIOLINI Marcello, nonché nei confronti di BENVENUTI Carlo, D'AMATO Pietro e RASO Mauro.
Il relativo procedimento ha tratto origine da dati investigativi acquisiti nel corso delle indagini relative alla società REMAX S.R.L. e ad altre società operanti nel settore della vendita al pubblico di automobili usate, per cui nel settembre 2016 è stato richiesto il rinvio a giudizio nei confronti di diciassette persone per associazione a delinquere, omissione di dichiarazione tributaria, numerosissime truffe, insolvenze e bancarotte fraudolente.
La presente indagine, iniziata nel dicembre del 2016 e svolta, sotto la direzione e il coordinamento della Procura della Repubblica, dalle suindicate forze di polizia in modo congiunto e con grande impegno, ha consentito di accertare fatti analoghi a quelli sopra ricordati, in questo caso con riguardo alle società MEDIASERVICE S.R.L., FORMULA AUTO S.R.L., FORMULA WAGEN S.R.L.S., KTM S.R.L.S., operanti in Mantova, e CAR GAS S.R.L. operante in Bagnolo in Piano (RE).
L'attività di vendita al pubblico di automobili usate (per lo più di marca Audi e BMW), avveniva con offerte a migliori prezzi praticabili in forza di più espedienti, consistiti sia nell'aggiramento di obblighi fiscali sia nel fatto che nella maggior parte dei casi le vendite hanno avuto ad oggetto veicoli la cui percorrenza chilometrica è stata ridotta all'insaputa dei potenziali clienti.
Tali espedienti hanno consentito alle predette società di sottrarre somme rilevanti dovute all'Amministrazione finanziaria a titolo di imposta sul valore aggiunto, di consegnare veicoli di valore sensibilmente inferiore rispetto al prezzo pagato dagli acquirenti, di emarginare i concorrenti che operano regolarmente nel medesimo settore commerciale e di fornire garanzie di buon funzionamento dei veicoli da parte di ignare società in relazione a valori di percorrenza chilometrica assai inferiori a quelli reali (con conseguente perdita della garanzia da parte del cliente).
Per tali fatti sono stati ritenuti sussistenti gravi indizi di colpevolezza per il delitto di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di truffa e tributari, ritenendo altresì il pericolo che le condotte oggetto di accertamento possano essere reiterate dagli indagati, disponendo l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di BELFANTI Piervittorio, degli arresti domiciliari nei confronti di DE ROSA Gaetano, DONDI Gianni, FERRI Paolo, VECCHIOLINI Marcello, e dell'obbligo di dimora nei confronti di CANOBBIO Lenos, M'HAMDI Salah Eddine, MAROUANI Ridha, MENCONI Giulio.
L'indagine si è sviluppata altresì in altre due direzioni riguardanti l'una la riferibilità di più attività economiche a BELFANTI Piervittorio – imprenditore noto alle cronache come "il re dei ristoranti", formalmente nullatenente e dichiarante redditi assai modesti – e l'altra su azioni illecite svolte da taluni militari della Guardia di Finanza.
Con riguardo al primo aspetto, l'indagine ha accertato in più casi l'impiego da parte di BELFANTI Piervittorio dell'intestazione fittizia di posizioni societarie a soggetti di comodo a lui vicini con il fine di sottrarsi a misure di prevenzione (volte ad impedire l'accumulo illecito di ricchezza) e alle procedure di riscossione coattiva delle imposte.
Più in particolare, è stato accertato che l'imprenditore, pur non assumendo la posizione di socio o amministratore, ha controllato talune società che hanno in gestione alcune note aziende locali della ristorazione. Per tali fatti sono stati ritenuti sussistente gravi indizi di colpevolezza per il delitto di trasferimento fraudolento di valori di cui all'articolo 12-quinquies del decreto legge 306/1992 e per il delitto di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte di cui all'articolo 11 del decreto legislativo 74/2000, con applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di BELFANTI Piervittorio.
In relazione al secondo aspetto, l'indagine ha accertato che, in più occasioni, tre militari della Guardia di Finanza, all'esito dell'attività ispettiva nei confronti di laboratori cinesi e in cambio di vantaggi personali, hanno omesso di dare corso alle doverose attività di denuncia ai competenti organi giudiziari e amministrativi; ha accertato che due dei tre militari hanno impiegato in più occasioni l'auto di servizio per recarsi presso uno stabilimento termale durante l'orario di lavoro, compilando falsamente il foglio di servizio in modo da trarre in inganno i superiori; ha accertato che uno dei tre militari in più occasioni ha riferito ad amici e conoscenti informazioni coperte dal segreto d'ufficio.
Per tali fatti sono stati ritenuti sussistenti gravi indizi di colpevolezza per i delitti di corruzione, falso ideologico in atto pubblico e truffa ai danni dello Stato, disponendo l'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di BENVENUTI Carlo e della sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio nei confronti di D'AMATO Pietro (7 mesi) e RASO Mauro (4 mesi)".
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