Giustizia, dal 1956 in Consulta soltanto 8 donne su un totale di 121 giudici
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- Creato 13 Febbraio 2025
- Pubblicato 13 Febbraio 2025
ROMA, 13 feb. - Il Parlamento italiano, è convocato per la quattordicesima volta in seduta comune per l'elezione di 4 giudici costituzionali, anche se ancora le forze politiche non pare abbiano trovato l'accordo e la riduzione di un quasi settantennale gap di genere nella Corte costituzionale.
Sono infatti appena otto le donne che dal 1956 ad oggi hanno varcato la soglia di Palazzo della Consulta, sede del più giovane organo costituzionale della Repubblica, la Corte costituzionale, nata con la Costituzione del 1948 ed in funzione dal 1956.
Un numero esiguo e disarmante se si confronta al totale degli uomini che hanno ricoperto ad oggi il prestigioso incarico di giudice costituzionale, 113 in tutto su un totale di 121 giudici investiti e se si osserva l'estrema lentezza del ritmo di crescita. Il primo varco d'ingresso del gentil sesso al prestigioso Palazzo 'dirimpettaio' del Quirinale è infatti stato aperto ben 40 anni fa, quando Fernanda Contri fu nominata alla Corte nel novembre del 1996 dal presidente della Repubblica di allora, Oscar Luigi Scalfaro. Da allora solo sette altre donne sono diventate giudici costituzionali: Maria Rita Saulle, Marta Cartabia, Daria De Pretis, Silvana Sciarra, Emanuela Navarretta, Maria Rosaria San Giorgio, Antonella Sciarrone Alibrandi.
Il divario persiste ancora oggi: in un Collegio ridotto al minimo legale con appena 11 giudici costituzionali, solo tre di essi sono donne, tra l'altro non di nomina parlamentare: Sciarrone Alibrandi e Navarretta sono infatti state incaricate dal Capo dello Stato Sergio Mattarella e San Giorgio dalla Corte di cassazione. Certamente la presenza femminile è più massiccia rispetto al passato ma dal momento che il Parlamento non ha ancora eletto i mancanti 4 - che andranno a sostituire Silvana Sciarra (decaduta nel novembre 2023), Augusto Barbera, Franco Modugno e Giulio Prosperetti (decaduti nel dicembre 2024) - la convocazione delle Camere giovedì prossimo potrebbe essere l'occasione in mano a deputati e senatori per 'riequilibrare' la partita, riducendo ulteriormente i gap. E magari, perché no, portando la Corte per la prima volta nella sua storia ad un quasi riequilibrio, mettendo 7 donne in quota rosa al collegio al suo plenum, composto da un totale di 15 giudici.
Tanto più che tra i tre organi dello Stato incaricati della nomina dei 15 giudici costituzionali che compongono la Corte (per un terzo il Presidente della Repubblica, per un terzo il Parlamento in seduta comune, per un terzo le supreme magistrature ordinaria e amministrativa) è il Quirinale quello a detenere lo scettro storico delle quote rosa, con ben 6 nomine delle 8 complessive a palazzo della Consulta. Fu infatti l'ex presidente Scalfaro a nominare Contri, così come poi successivamente fu sempre il Quirinale ad indicare ben altre 5 giudici donna: Maria Rita Saulle fu incaricata nel novembre 2005 dall'ex presidente Carlo Azeglio Ciampi; Marta Cartabia nel settembre 2011 fu nominata dall'ex presidente Giorgio Napolitano; Daria De Pretis, fu scelta sempre da Napolitano nell'ottobre 2024; Emanuela Navarretta fu scelta nel settembre 2020 dal presidente Sergio Mattarella, a cui va intestata anche la nomina di Antonella Sciarrone Albrandi, nel novembre 2023.
(adnKronos)
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