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Tumore polmonare, con screening 7 anni in più di sopravvivenza e risparmio per il Ssn

CorpoUmano SistemaRespiratorio1ROMA, 24 giu . - Con 34mila nuovi decessi all'anno, il carcinoma polmonare rappresenta la più frequente causa di morte oncologica in Italia. Per quanti sono colpiti da questa neoplasia ci sono, però, buone notizie. Negli ultimi anni, infatti, si sono registrati importanti progressi nella chirurgia e nelle terapie farmacologiche, che hanno permesso, anche grazie alla prevenzione primaria, in primis la lotta al tabagismo, di aumentare significativamente le aspettative di sopravvivenza dei pazienti. Il successo dei trattamenti è però legato alla precocità della diagnosi.

Ed è per questo motivo che l'implementazione di un programma strutturato di screening polmonare deve rappresentare una priorità nell'ambito degli interventi e delle politiche di sanità pubblica. Per contribuire a un dibattito aperto sul tema, Crea Sanità ha sviluppato, con il contributo di Roche Italia, un innovativo modello che, per la prima volta, integrando e aggiornando uno studio precedente, analizza anche l'impatto di farmaci innovativi come l'immunoterapia, di recente introduzione, e offre una valutazione economica dello screening del cancro al polmone, basata su evidenze di costo-efficacia, costo-utilità, impatto finanziario (budget impact).

I risultati del modello - presentati la settimana scorsa alla Camera - stimano che l'attuazione di un programma di screening nazionale nei pazienti ad alto rischio, consentirebbe, grazie a una diagnosi tempestiva, un incremento della sopravvivenza dei pazienti screenati di 7,63 anni rispetto ai non screenati, a fronte di una riduzione dei costi sanitari pari 2,3 miliardi di euro, in un orizzonte temporale di 30 anni. In termini finanziari, va previsto un investimento iniziale nel primo anno, legato anche all'organizzazione dello screening, pari a circa 80 milioni di euro, che sarebbe però più che compensato dai risparmi pari a circa 180 milioni di euro già al primo anno.

La presentazione dei risultati è stata l'occasione per dare vita a un dibattito che ha coinvolto esperti clinici, economisti e istituzioni, con l'obiettivo di stimolare un impegno condiviso per ampliare l'accesso allo screening al polmone nel nostro Paese. "Il modello elaborato- ha spiegato Federico Spandonaro, professore aggregato Università degli Studi di Roma Tor Vergata e presidente del Comitato scientifico Crea Sanità - dimostra che la promozione di uno screening della popolazione ad alto rischio per il carcinoma polmonare è una politica di sanità pubblica efficace ed efficiente che, purché adeguatamente promossa e incentivata, risulta anche sostenibile da un punto di vista finanziario".

"Parallelamente alla lotta al tabagismo - ha detto Giulia Veronesi, direttrice del Programma di Chirurgia Robotica Toracica presso l'Irccs ospedale San Raffaele - è prioritario favorire l'accesso allo screening ai soggetti ad alto rischio, cioè fumatori o ex forti fumatori sopra i 50 anni. Le società scientifiche internazionali e la Commissione Ue stanno già andando in questa direzione e raccomandano, per questi soggetti, regolari Tac al torace a basso dosaggio di radiazioni intensità, per un monitoraggio adeguato". Quando il tumore al polmone "viene diagnosticato e trattato in fase precoce con chirurgia e farmaci- ha sottolineato Veronesi - si possono raggiungere tassi di sopravvivenza a 5 anni intorno all'80%. Per questo, investire in un programma strutturato di screening polmonare è oggi più cruciale che mai, perché consente un guadagno di vita di oltre 7 anni a fronte di un risparmio economico per il Sistema sanitario nazionale". Mentre "è ormai prassi consolidata fornire evidenze anche in termini di costo-efficacia delle terapie - ha commentato il presidente Aiom, Francesco Perrone - ci sono ancora pochi dati e analisi di questo tipo sullo screening. Il modello presentato oggi sul polmone è, per questo, molto interessante e ha il potenziale per essere replicato e applicato ad altri screening oncologici, fornendo uno strumento di grande valore per guidare le politiche sanitarie".

Il presidente della XII Commissione Affari Sociali della Camera Ugo Cappellacci ha ricordato che "gli screening consentono di giocare d'anticipo sulla malattia e sulle conseguenze. Per questo è fondamentale recuperare i ritardi accumulati durante la pandemia. Una delle misure su cui Governo e Parlamento stanno lavorando è lo smaltimento delle liste d'attesa, con un provvedimento importante a favore dei diritti dei cittadini".

"La missione - ha ricordato Cappellacci - è quella di ampliare l'offerta di screening ad ambiti prioritari come quello del tumore al polmone, grazie all'azione comune avviata a livello europeo e che vede anche l'Italia protagonista. In Commissione abbiamo svolto una serie di audizioni sul Piano europeo contro il cancro da cui, una volta di più, emerge che impiegare nuove risorse a favore della salute non va considerato una spesa, ma il migliore investimento e la migliore riforma che si possa attuare".

(adnKronos)


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