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Le montagne soffrono a causa del surriscaldamento globale e i ghiacciai spariscono: l'analisi di Freppaz e Palazzi

Mantova Festivaletteratura PalazziElisa-FreppazMicheleMANTOVA, 08 set. - Sentinelle sempre più fragili e surriscaldate del clima che cambia. Le montagne soffrono, su tutto il pianeta e si stanno riscaldando a un ritmo più veloce del riscaldamento medio globale: 0,3 gradi centigradi ogni 10 anni.

Le cause sono naturali, ma perlopiù antropiche. Non è un quadro rassicurante, ma lo si sapeva, quello dipinto ieri dalla climatologa Elisa Palazzi e e dal nivologo (studioso della neve) Michele Freppaz.

I due si sono confrontati sui cambiamenti climatici che stanno, sempre più, riducendo la presenza di ghiacciai sulle montagne in tutto il mondo a causa del surriscaldamento globale che "sempre più frequentemente - ha spiegato Freppaz - anche alle medie latitudini sta contribuendo alla riduzione delle coperture nevose. Quest'anno sulle nostre montagne abbiamo avuto abbondanza di neve, ma le alte temperature estive hanno già fatto fondere gran parte di questa neve".

Nonostante ciò sulle Alpi abbiamo ancora 2600 chilometri quadrati di superficie ghiacciata e circa 3500 ghiacciai: "Un capitale importante - ha precisato Freppaz - nonostante il surriscaldamento globale".

Elisa Palazzi ha spiegato come "il confine fra la parte di accumulo del ghiaccio e quella di ablazione o rilascio, si stia spostando sempre più in alto, proprio a causa delle temperature in aumento. Possiamo dire che questa linea immaginaria negli ultimi due secoli si sia alzata di circa un centinaio di metri. Ciò vuol dire che per torvare ghiaccio bisogna salire sempre più in alto".

Altro campanello d'allarme per lo stato di salute delle montagne è il permafrost, lo strato di terreno permanentemente gelato che si trova, a profondità non minori di qualche metro, nel sottosuolo di varie zone, specialmente ad alta latitudine e ad alta quota. "Il permafrost si sta indebolendo - ha detto ancora Palazzi - e questo fa sì che i terreni ad alta quota siano sempre più instabili e pericolosi. Senza dimenticare che, quando si scongela, il permafrost libera metano e anidride carbonica, contribuendo a liberare questi gas nell'atmosfera".

(e.s.)

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