Pesci rossi a Porto Catena: miracolo di Sant'Anselmo

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Creato 30 Aprile 2013

Pubblicato 30 Aprile 2013

MANTOVA - Parafrasando una vecchissima canzone di Renato Rascel, ci siamo chiesti spesso che fine potrebbe aver fatto il pesciolino rosso che avevamo "vinto", vinto per modo di dire, alla fiera di Sant'Anselmo.

Sarà capitato anche a voi, dopo aver esaurito le possibilità di lancio delle palline da pingpong, cioè il numero massimo consentito dal singolo obolo, verso quelle dispettose bocce di vetro dalla bocca terribilmente stretta, che il buon giostraio vi desse almeno un pesciolino rosso in regalo.

E allora, si tornava subito a casa col sacchettino di plastica trasparente pieno d'acqua per iniziare l'affannosa ricerca di quella sfera di vetro, quella dello scorso anno o ancora piĂą datata, per dare una dimora al povero pesciolino.

Qualche settimana di piacevole compagnia, di solito, bastava perchĂ© si verificasse una di queste due condizioni: 1) Il silenzioso inquilino della sfera di vetro non riusciva ad adattarsi alla qualitĂ  dell'acqua potabile, probabilmente a causa del cloro, e mestamente ci lasciava le penne. 2) Il pesciolino rosso si dimostrava pervicacemente attaccato al suo istinto di conservazione e, superando anche l'ardua prova di un'improbabile alimentazione fin troppo eterogenea impostagli quando ci si stancava di procurargli il mangime adatto, pian piano cresceva facendosene un baffo delle difficoltĂ  e dell'insano supplizio a cui lo sottoponevamo.

In questo caso, esaurito il "piacere" di tenergli regolarmente trasparente la dimora e accertata l'inutilità del gesto di battere ritmicamente un'unghia sulla parete di vetro per cercare di attirare la sua attenzione, dopo aver ottenuto il consenso dell'intera assemblea familiare, si optava per la soluzione definitiva. Era giunta l'ora di liberare il nostro piccolo compagno rosso (intendiamo dire il pesciolino) e, così, una mattina all'alba, come se si trattasse di un'azione illegittima, lo si faceva scivolare nel lago. Brevi attimi di comprensibile smarrimento in cui ancora lo vedevamo guizzare vicino alla riva, forse in cerca di una direzione da prendere, e poi via, il pesciolino rosso si immergeva definitivamente nella profondità di quelle acque non propriamente limpide.

"ChissĂ  che fine farĂ , poverino, in queste acque infide! Magari un pesce piĂą grande di lui, una carpa, un luccio o addirittura un orribile siluro, se lo papperĂ  in un sol boccone!". Quella liberazione, in realtĂ  , appariva come un  gesto senza speranza. "Addio per sempre, pesciolino rosso!".

E invece, con grande stupore, proprio in questi giorni, con l'acqua del lago che si è alzata a coprire il praticello che c'è a Porto Catena, ci è capitato di vedere diversi pesci rossi, ben cresciuti di dimensioni rispetto a quelli del giostraio della fiera di Sant'Anselmo, felicemente intenti a brucare (anche i pesci brucano?) l'erbetta sommersa in poco più d'un palmo d'acqua. Ovviamente non si può stabilire se uno di quegli esemplari adulti derivi effettivamente da quel piccolo che avevamo conservato nella sfera di vetro, però rimane sorprendente il fatto che ce l'abbia fatta a resistere e a raggiungere queste dimensioni di pesciolotto mezza-taglia. Sembra incredibile che quel minuscolo carassius auratus che raramente riusciva a superare la prova dell'acqua del rubinetto sia riuscito ad adattarsi e a sopravvivere alle insidie delle infide acque del lago, agli agguati dei predatori e dei pesca-sportivi, all'atrazina, al mercurio e ad altre porcherie. Qualche spirito caritatevole sarebbe pronto a certificare che si tratta di un miracolo. Già, magari da attribuire a Sant'Anselmo.

Guido Mario Pavesi