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'Un amore' con Paolo Briguglia all'auditorium Centro Culturale di San Giorgio

SanGiorgioBigarello Teatro UnAmore LocandinaSAN GIORGIO BIGARELLO, 23 mag. - "Un amore", spettacolo basato sul celebre omonimo romanzo di Dino Buzzati e interpretato dall'attore Paolo Briguglia, con regia di Alessandra Pizzi, andrĂ  in scena Domenica 26 Maggio presso l'Auditorium Centro Culturale di San Giorgio Bigarello. Sipario ore 18:00

"Un amore", riadattato abilmente nel testo sotto forma di monologo, vuole celebrare la bellezza dell'omonimo romanzo di Dino Buzzati restituendogli ancora più carisma e personalità. A portare sul palcoscenico l'unico scritto "erotico" dell'autore è l'attore Paolo Briguglia, noto per le sue numerose interpretazioni di successo sul piccolo e grande schermo, oltre che a teatro.

Diretto da Alessandra Pizzi, Briguglia darà corpo e voce al protagonista della storia, Antonio Dorigo, un uomo egoista, superficiale, disinteressato ad affetti sinceri e fruitore di prestazioni sessuali occasionali con ragazze molto giovani, anche minorenni: tutto ciò fino a quando incontra Laide, una giovane ballerina di fila della Scala che farà ingresso nella sua vita. Da quel momento in poi Dorigo potrà sperimentare l'esperienza di un amore vero, di esemplare limpidezza, ma desinato a smarrirsi nella menzogna come in un labirinto.

Buzzati lascia viaggiare il lettore nella mente del protagonista, in un turbinìo di pensieri ossessionanti che irrompono, come un fiume in piena, in monologhi interiori che spezzano il respiro e lasciano fluire tutto il male senza alcuna esitazione, né pudore, facendo luce su tutte le sue inquietudini e i numerosi interrogativi che attanagliano la sua mente. Allo stesso modo, anche nella rappresentazione teatrale, è proprio la serie di domande retoriche ad esplicitare i pensieri del personaggio nella loro contraddizione. Paolo Briguglia, attore eclettico, dotato di grande sensibilità e intensità interpretativa, riesce a rendere nel migliore dei modi i meccanismi mentali che si attivano nella testa di Antonio Dorigo. La dimensione spazio temporale entro cui i protagonisti si muovono è scandita dalla musica: la scelta della colonna sonora di dimensioni pop, nazional popolare, che rispetta l'intensa produzione musicale e cantautorale degli anni 60 - tra Nada e la "innamorati a Milano" di Remigi - ricrea quel fermento artistico e produttivo proprio di quegli anni, anni di grande frenesia, dove la ripresa economica fa da contraltare ad una borghesia bigotta che al valore umano sostituisce, pian piano, il valore del denaro e della posizione sociale.

Dorigo attende e si fa domande sperando nel frattempo che le cose vadano per il meglio. La paura che la propria amata non si presenti all'appuntamento, la gelosia che prova nel pensare che lei possa essere con qualcun altro, l'ansia di vederla anche solo per qualche minuto (giusto il tempo di accompagnarla alla stazione): sono tutti sentimenti che Dorigo prova, ma che qualsiasi innamorato ha provato, anzi, per usare le parole di Montale, che "tutti gli uomini che non hanno gli occhi e il cuore foderati da una cotenna di lardo hanno almeno virtualmente provato".

Ma è appropriato il termine Amore? L'amore dipinto da Buzzati è estremamente attuale: dipinge perfettamente il ritratto di un rapporto morboso, un equivoco, in cui l'ossessione viene confusa con l'amore.

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