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Nuovo colonialismo, la ricetta di Vandana Shiva per combatterlo: abbiamo bisogno di cure e di un patto fra consumatori e produttori'

mantova Festivaletteratura ShivaVandana1MANTOVA, 08 set. – Sempre più ricchi e sempre di meno, sono i filantrocapitalisti che con una mano donano e con l'altra incassano sottomettendo il mercato e i consumatori alle loro leggi.

Contro questo sistema, che dopo i quasi tre anni di pandemia è ancora più forte, l'autrice e attivista Vandana Shiva, ieri in piazza Castello insieme a Nicoletta Dentico, propone un patto fra consumatori e piccoli produttori utile a scoperchiare questo neocolonialismo che sfrutta le persone come risorse, risucchiando dati su dati e costruendo bisogni fittizi, proponendo cibo spazzatura e modelli inquinanti e insostenibili.

"Questi anni pandemici – ha detto l'autrice indiana che nel 1987 a Navdanya ha dato vita a un progetto che punta a contrastare la tendenza alla monocultura promossa dalle multinazionali – ci hanno insegnato grazie alle cure, quelle spontanee e non finalizzate al profitto, siamo riusciti a contrastare il covid. Eppure c'è chi come le multinazionali del farmaco e dell'hi-tech in questa pandemia ha trovato il modo di arricchirsi, basti pensare alla crescita esponenziale di società che si occupano di consegnare qualsiasi cosa a domicilio. Magari pagando meno tasse, come ha chiesto Bill gates all'ultimo WTO per le società di infotech".

Vecchio e nuovo colonialismo, secondo Vandana Shiva, "si assomigliano per molti aspetti, per come cercano di imporsi sul sistema sociale esistente, per come sfruttano risorse, ma il nuovo colonialismo ha strumenti più innovativi e tecnologici, si pensi solo all'ingegneria genetica applicata sulle sementi oppure all'estrazione di dati digitali dalle persone, vere nuove risorse delle multinazionali Big Tech. Da più parti si sente dire che ormai è questione di tempo, ma presto il 99% delle attività sarà svolto da intelligenze artificiali, a discapito dell'uomo. Stanno creando un'economia della sorveglianza".

Si può uscire da questo circolo vizioso? Secondo Vandana Shiva sì, perché "le dittature finiscono, mentre la libertà dura per sempre. Ma bisogna adottare lo strumento della cura, fare squadra per generare una rivoluzione contro questo nuovo colonialismo". Un sistema subdolo, diceva l'attivista indiana, che genera bisogni anche dove non ce ne sarebbero, che impone modelli globalizzanti, che fa perdere identità culturale.

"Pensate al cibo spazzatura che viene imposto da certi modelli alimentari – ha aggiunto Shiva - e alle conseguenze che la produzione di questi cibi genera, a partire dall'aumento delle malattie nelle persone, fino ad arrivare all'incremento dei gas serra dei quali un certo tipo di agricoltura è responsabile". Alla domanda da parte di un ragazzino di 13 anni, che chiedeva all'autrice cosa potesse fare la sua generazione per combattere questo uovo colonialismo, Shiva ha risposto: "Stai già facendo molto, sei qui, hai seguito, fatto domande".

Emanuele Salvato

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