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Svelate le meraviglie della Cappella del Suffragio in Santa Barbara. Completato il restauro, venerdì 7 giugno alle 17.00 l’inaugurazione

Mantova ChiesaSantaBarbara CappellaSuffragio1MANTOVA, 5 giu. – La Cappella del Suffragio, una meraviglia della Basilica palatina di Santa Barbara per lungo tempo relegata in condizione di secondario interesse e non adeguata considerazione, ritorna al suo antico splendore grazie al prezioso restauro portato a termine in questi giorni.

Il pregevole esito del complesso intervento è frutto della sinergia instauratasi tra Diocesi, Scuola di Restauro di Istituti Santa Paola e Soprintendenza e va oltre il pur eccellente aspetto estetico rappresentando un esempio di virtuosa sintonia nello studio e nell'interpretazione dei dettagli che man mano emergevano, nelle scelte di metodo conservativo.

Ne emerge una Cappella del Suffragio totalmente diversa da come appariva in precedenza: luminosa e vivamente colorata, con il suo patrimonio artistico finalmente valorizzato e un tocco di inedita cromia riportata ai toni dell'epoca ottocentesca, dell'intervento del 1835 certificato dai documenti d'archivio.

L'inaugurazione pubblica avverrà venerdì 7 giugno alle ore 17.00 alla presenza del Vescovo Marco Busca.

Presentando alla stampa la nuova immagine della Cappella del Suffragio, che si trova alla sinistra dell'ingresso della Basilica, Stefano Savoia, Direttore dell'Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Mantova, ha illustrato i presupposti e le fasi di restauro che, iniziate nel 2019, hanno riguardato sia gli intonaci che negli arredi lignei e pittorici.

Mantova BasilicaSantaBarbara CappellaSuffragio Presentazione"L'analisi delle strutture murarie conferma l'origine cinquecentesca del vano adiacente al lato sinistro del vestibolo di accesso alla basilica – ha precisato Savoia -; il sistema di aperture e accessi risulta però modificato nel corso dei secoli, fino ad avere assunto l'attuale configurazione nella prima metà dell'Ottocento.

Le guide settecentesche ricordano che la cappella era sede della pia societĂ  del Suffragio, nata nel 1673 ma canonicamente eretta nel 1752; qui venivano celebrate Messe per l'Immacolata Concezione, davanti a una grande pala d'altare del Bazzani raffigurante la titolare dell'altare assieme a San Luigi Gonzaga e a Santa Margherita.

Settecentesco è anche il dipinto dello Schivenoglia che rappresenta Cristo con un agnello e alcuni apostoli, collocato nella parte superiore dell'ancona nel 1842 e il pregevole rivestimento dell'altare in legno intagliato e laccato, che ha ritrovato le sue accese cromie originali. Dopo la parentesi napoleonica e il ritorno degli austriaci, i canonici di Santa Barbara hanno commissionato una serie di interventi di recupero, decorazione e riqualificazione del vano che il restauro appena concluso ha rimesso in evidenza. Uno spazio stratificato, quindi, dove si sovrappongono epoche diverse, che è stato interpretato criticamente oltre che restaurato e sottratto al degrado".

L'attivitĂ  di recupero ha beneficiato del costante dialogo tra la Scuola Laboratorio di Restauro, la Soprintendenza e la Diocesi di Mantova, proprietaria del bene, e ha posto particolare attenzione ai molteplici aspetti che caratterizzano il contesto ecclesiastico di grande prestigio dando vita ad un'esperienza di cantiere formativo per gli addetti che hanno eseguito il restauro, come ha evidenziato Debora Trevisan, funzionaria storica dell'arte della Soprintendenza.

"L'impegno che la Scuola di Restauro di Istituti Santa Paola ha messo in campo – ha affermato Riccardo Furgoni, coordinatore del corso di laurea per "Restauratore di beni Culturali" degli Istituti Santa Paola - si è articolato in diverse linee di intervento che hanno coinvolto docenti e studenti sia del corso di laurea quinquennale per "Restauratore di Beni Culturali" sia del corso triennale per "Tecnico del Restauro".

I docenti Pierangelo Peviani, Anna Comoretto e Cristina Meregalli sono intervenuti, con gli studenti dei loro corsi di studio, rispettivamente sugli apparati architettonici e le decorazioni murali, sull'altare ligneo e sui dipinti su tela che completano lo spazio della cappella. Si tratta di un intervento complesso sia dal punto di vista operativo che didattico che ha coinvolto una pluralitĂ  di docenti e di studenti in un approccio a tutto tondo: dalla progettazione, alle analisi scientifiche, alla realizzazione dell'intervento vero e proprio sotto la guida della Soprintendenza e della stessa committenza.

Per gli studenti si è trattato di una opportunità didattica straordinaria, alle prese, già nel percorso di formazione, con la possibilità di incidere positivamente sulla conservazione di opere d'arte di primissima importanza sia sotto il profilo squisitamente artistico sia per quanto riguarda la rilevanza di questi spazi per l'intera comunità mantovana".

Pierangelo Peviani, docente di conservazione e restauro - ha spiegato la successione dei lavori alla cappella del Suffragio, iniziati con un progetto generale d'intervento elaborato insieme agli studenti con analisi che hanno rilevato "diffuse cadute di colore con l'affioramento di numerosi colori sottostanti, compresa quella più antica che è stata riportata in luce nella navata della chiesa nel corso dei restauri del 2001.

La campagna stratigrafica ha consentito di indagare le superfici intonacate e capire le successioni delle finiture, fino a trovarne dieci. Tra le varie finiture ritrovate in modo diffuso e in buono stato c'era un livello decorativo che per stile e colore si poteva far risalire alla prima metĂ  del XIX secolo; il dialogo congiunto con la Curia e gli Ispettori della Soprintendenza, supportato dalla ricerca d'archivio, ha portato alla decisione di recuperare quel livello.

Da queste fasi preliminari di studio e confronto si è iniziata l'attività vera e propria di restauro in cantiere con gli studenti. Il primo intervento è stato quello dell'asportazione di tutti i livelli materici soprammessi dalla metà del XIX secolo ad oggi, quindi strati di scialbi, strati di intonaci e di campiture piatte senza pregio. Successivamente si è proceduto con il consolidamento del colore recuperato in tutte le varie parti e anche il consolidamento dei vari strati materici più antichi presenti al di sotto della pittura recuperata.

Ultimata la fase conservativa si è decisa la metodologia per la presentazione estetica, con la reintegrazione materica e pittorica. Con gli studenti che si sono succeduti nel corso di questo lavoro, si è riusciti a recuperare e valorizzare i colori e le decorazioni che impreziosiscono questa architettura. La scuola ha portato a compimento anche il recupero delle opere mobili, che ornavano la cappella; la pala d'altare del Bazzani, il dipinto dello Schivenoglia che si presentava in un cattivo stato di conservazione e le strutture lignee policrome dell'altare e del paliotto che hanno recuperato l'antica finitura policroma rossa con foglia metallica.

Le cromie presenti all'interno della cappella sono molto varie, dal verde al rosa ai rossi e testimoniano il gusto, la committenza e l'utilizzo di uno spazio sacro in un periodo storico importante per la chiesa oltre i secoli dei Gonzaga".


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