Lavoro, nuove regole Ue con stipendio chiaro prima dell'assunzione
- Dettagli
- Creato 08 Aprile 2025
- Pubblicato 08 Aprile 2025
ROMA, 08 apr. - E' stata redatta la direttiva UE 970/2023, mirata a garantire la piena trasparenza retributiva.
Tra non molto gli Stati membri, Italia compresa, dovranno recepire i contenuti di questo testo comunitario, con norme nazionali ad hoc. Ecco allora che cosa sapere e in che modo i diritti dei lavoratori saranno presto potenziati.
Poco meno di due anni fa, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno inteso intervenire allo scopo di dare una risposta efficace al problema del divario retributivo di genere nell'Unione. Si mirava ad attuare in modo più netto due fondamentali principi in tema di occupazione in area UE, vale a dire:
- la parità retributiva tra uomini e donne per uno stesso lavoro o un lavoro di identico valore (art. 157 Trattato sul funzionamento dell'Unione – Tfue);
- il divieto di discriminazione diretta e indiretta basata sul sesso e concernente un qualsiasi aspetto degli stipendi (art. 4, direttiva 2006/54/CE).
L'appena citata parità passa attraverso la garanzia della trasparenza del salario e, proprio per questo, la direttiva introduce misure vincolanti e meccanismi di applicazione che – entro il 7 giugno 2026 – dovranno essere implementati con legge interna degli Stati membri UE.
Vero è però che alcune disposizioni del diritto del lavoro italiano già da molto tempo disciplinano alcuni profili toccati dalla direttiva. Ci riferiamo in particolare al d. lgs. 198/2006 – il Codice delle pari opportunità tra uomo e donna – così come modificato dalla legge 162/2021 in tema di pari opportunità tra uomo e donna in ufficio.
Meccanismi di trasparenza retributiva e parità dei diritti uomo-donna
In particolare, sulla scorta della legislazione nazionale di recepimento e attuazione della direttiva UE 970/2023, i datori di lavoro dovranno:
- dare ai candidati precise informazioni sul livello retributivo iniziale, sulla relativa fascia e sulle disposizioni del Ccnl applicabile, assicurando che i criteri di determinazione della retribuzione siano oggettivi e neutri rispetto al genere maschile o femminile di chi sarà assunto. Al contempo sarà vietato chiedere al candidato informazioni sulla sua retribuzione relativa al rapporto di lavoro in corso o ad anteriori rapporti;
- rispettare il diritto all'informazione dei lavoratori, ossia garantire loro di conoscere – anche tramite i rappresentanti dei lavoratori oppure un organismo per la parità e conformemente alle prassi nazionali – i livelli retributivi medi, suddivisi per sesso e per categorie di lavoratori che svolgono lo stesso lavoro o un lavoro di pari valore;
- riferire periodicamente e pubblicamente in merito alle retribuzioni ed eventuali differenze retributive di genere, se si tratta di aziende con almeno 100 lavoratori in organico. Al contempo, gli Stati membri non impediranno ai datori di lavoro con meno di 100 lavoratori di fornire queste informazioni su base volontaria e, anzi, potranno imporne l'obbligo in base al diritto nazionale;
- fare una valutazione congiunta delle retribuzioni (in collaborazione con i rappresentanti dei lavoratori), se le accennate relazioni evidenzieranno un divario retributivo di genere di almeno il 5%, non giustificato da criteri oggettivi e neutri rispetto al genere maschile o femminile. Inoltre, le valutazioni congiunte delle retribuzioni dovrebbero innescare – spiega la direttiva 970/2023 – il riesame e la revisione degli stipendi, per colmarne il divario e la discriminazione uomo-donna;agevolare la giustizia e l'utilizzo dei mezzi di ricorso per i lavoratori vittime di discriminazione retributiva, rispettando – quindi – il loro diritto al risarcimento, tenuto anche conto dell'inversione dell'onere della prova a favore del dipendente. ​
Affinché gli obiettivi siano più facilmente perseguibili, la direttiva non limita il campo di applicazione al rapporto di lavoro, ma lo allarga alle fasi di selezione, regolamentando la trasparenza e la parità prima della firma del contratto, a cominciare dalla redazione degli avvisi e dall'uso di titoli professionali neutri sul piano del genere. Stop – quindi – alle offerte di lavoro vaghe o lacunose sul piano del compenso in denaro. Al contempo, le procedure di assunzione non dovranno discriminare tra maschi e femmine.
(libero.it)
Ultim'ora
-
Dazi di Trump, Ue 'costretta' a rispondere: paesi divisi, ecco chi vuole linea dura
8 Apr 2025 00:04
-
Ucraina, tregua si allontana. Trump: "I russi bombardano come pazzi"
8 Apr 2025 00:03
-
Dazi, Trump minaccia la Cina e chiama Bruxelles: "Ue compri energia Usa"
8 Apr 2025 00:02
-
Bologna-Napoli 1-1: azzurri a -3 dall'Inter capolista
7 Apr 2025 23:04
-
'Ne vedremo delle Belle' chiude in anticipo, ultima puntata il 12 aprile
7 Apr 2025 22:25
Seguici su: