Open Heart, cure salvavita e adozioni a distanza per bambini dei paesi africani con il progetto di cooperazione internazionale di Pobic
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- Creato 17 Gennaio 2025
- Pubblicato 17 Gennaio 2025
MANTOVA, 17 gen. – "Un progetto virtuoso di collaborazione internazionale che crea un ponte sanitario tra Italia e i paesi africani e che, con le cure di patologie cardiache infantili, si apre a prospettive per un futuro di conoscenza e inclusione nel rispetto del valore della solidarietà e dell'impegno umanitario".
Con queste parole l'assessore al Welfare del comune di Mantova Andrea Caprini ha accolto, questa mattina presso la Sala Consiliare del Comune di Mantova, i responsabili del progetto "Open Heart", un'iniziativa promossa dall'associazione territoriale Pobic (che ha sede operativa a Bozzolo), da oltre trent'anni attiva nella cooperazione sanitaria internazionale per offrire cure salvavita ai bambini affetti da patologie cardiache congenite che vivono in paesi con sistemi sanitari fragili.
Con il progetto "Open Heart", Pobic sviluppa il proprio operato principalmente in Nigeria, nei paesi dell'Est Europa e, più di recente, in Uganda, dove Pobic sta sviluppando collaborazioni per intervenire su un numero sempre maggiore di piccoli pazienti. Accanto a questi Paesi, Pobic è impegnata in un percorso di espansione verso altre nazioni africane, affrontando contesti dove il soccorso sanitario internazionale è spesso complesso e dove l'accesso alle cure è estremamente limitato.
Questo potenziamento testimonia l'impegno dell'associazione nel rispondere a bisogni sanitari urgenti e nel costruire reti di solidarietĂ sempre piĂą ampie.I bambini individuati nei loro Paesi d'origine vengono trasferiti in Italia per ricevere interventi chirurgici altamente specializzati presso strutture mediche d'eccellenza, come l'ospedale Gaslini di Genova.
Solo tra il 2024 e il 2025, cinque bambini sono stati accolti in Italia per essere sottoposti a interventi chirurgici complessi. Tehila e Joshua sono due piccoli pazienti che rappresentano il cuore del progetto e l'impegno dell'associazione. All'incontro in sala consiliare del Municipio ha partecipato il presidente della associazione Pobic Paolo Novellini affiancato dai volontari Adedayo Festus, Bodisere Tenila, Jushua Michael, Tonprebofa Lesly, la madre di una bambina Gesiye Francisca e la zia del bambino Victor Alice Okeoghene. Era presente anche La responsabile comunicazione della Associazione Italiana persone Down (sezione di Mantova) Ilaria Pece.
Significativa la presenza dei due piccoli che sono stati recentemente sottoposti a intervento chirurgico al Gaslini di Genova e ora possono tornare al loro paese completamente ristabiliti. In futuro Open Heart punta non solo a consolidare le attività in Nigeria, Uganda ed Est Europa, ma anche a portare il progetto in nuovi Paesi africani, dove il bisogno di interventi sanitari è enorme e spesso trascurato dal soccorso internazionale. Questo processo di espansione rappresenta una sfida, ma anche un'opportunità per garantire cure a un numero sempre maggiore di bambini e per costruire ponti di solidarietà tra continenti.
Grazie all'impegno di Pobic, il progetto ha anche avvito da un anno un programma di adozione a distanza per assicurare ai piccoli pazienti un sostegno continuativo, garantendo loro non solo un presente migliore ma anche un futuro pieno di opportunità . Pobic invita tutta la comunità mantovana a rendersi partecipe e a contribuire a questo iniziativa di grande valore umanitario e, raccontando le storie di Tehila e Joshua, offre l'occasione per scoprire come ognuno di noi può contribuire a fare la differenza in un progetto che salva vite.
Info: 0376.920464, www.pobic.org
Queste le storie di Tehila e Joshua.
Tehila ha 7 anni e viene dalla Nigeria. La sua vita, fin dalla nascita, è stata una continua lotta. Vive con la sindrome di Down e con una grave malformazione cardiaca che le impediva di crescere e giocare come tutti i bambini della sua età . Ma Tehila non si è mai arresa, affrontando con coraggio un viaggio lungo e pieno di incognite per arrivare in Italia. Grazie al progetto Open Heart, è stata sottoposta a un intervento chirurgico salvavita al cuore. Ora si sta riprendendo, con un sorriso che racconta una storia di speranza e di futuro.
Joshua ha 8 anni e anche lui arriva dalla Nigeria. Da quando era piccolo, ha dovuto fare i conti con un difetto cardiaco che gli impediva di correre e giocare liberamente. Per lui, Open Heart ha significato poter inseguire un sogno semplice ma fondamentale: tornare a casa e vivere come ogni altro bambino. Dopo un delicato intervento che ha corretto il suo problema cardiaco, Joshua sta recuperando le forze e guarda al domani con occhi pieni di entusiasmo.
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