Le cerimonie in città per il Giorno della Memoria, all’Auditorium Monteverdi, in viale Gorizia, in Sinagoga Norsa, al Binario 1 e alla Teresiana
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- Creato 28 Gennaio 2025
- Pubblicato 28 Gennaio 2025
MANTOVA, 28 gen. - Con una fitta serie di iniziative la città di Mantova ha celebrato, come ogni anno, il Giorno della Memoria, ricorrenza istituita nel 2005 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite per commemorare le vittime della Shoah scegliendo come data simbolo il 27 gennaio, giorno in cui nel 1945 le truppe dell'Armata rossa abbatterono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz.
Il primo appuntamento istituzionale si è svolto nell'Auditorium "Monteverdi" del Conservatorio "Campiani" con la cerimonia della consegna delle Medaglie d'Onore del Presidente della Repubblica, alla memoria dei cittadini mantovani internati nei campi di detenzione in Germania, da parte del Prefetto di Mantova Roberto Bolognesi.
Sono 44 le medaglie assegnate in questa occasione, ritirate dai parenti degli insigniti accompagnati dai vari sindaci del capoluogo e del territorio mantovano. Dopo le premiazioni, il presidente del consiglio comunale di Mantova Massimo Allegretti ha aperto la serie di interventi. Prima la prolusione dal titolo "Fare memoria tra evocazione del passato e impegno per il presente" a cura del Sen. prof. Paolo Corsini, presidente dell'Istituto Nazionale "Ferruccio Parri" e, poi, gli interventi di Carlo Bottani, presidente della Provincia di Mantova e Mattia Palazzi, sindaco di Mantova.
Il programma degli incontri è ripreso nel pomeriggio in viale Gorizia al numero 6 dove si è tenuta una breve commemorazione davanti alla targa dedicata ai coniugi Luisa e Francesco Rampi che salvarono cinque ebrei fiumani nascondendoli nella loro abitazione a Mantova. Sono intervenuti il presidente del consiglio comunale Massimo Allegretti, lo scrittore Frediano Sessi, autore tra l'altro del libro "Sotto falso nome" dedicato alla storia dei coniugi Rampi, e il figlio Paolo Rampi.
Successivamente, nella Sinagoga Tempio Norsa, in via Govi 13, si è tenuta la commemorazione in ricordo dei cittadini ebrei mantovani deportati nei campi di sterminio e vittime della Shoah. Alla presenza di autorità e pubblico il presidente della Comunità ebraica mantovana Aldo Norsa ha ricordato la tragedia che ha colpito il mondo ebraico e letto i nomi dei 104 ebrei mantovani deportati nei campi di sterminio.
Furono 99 le vittime e solo cinque persone tornarono vive. Oltre ai membri della comunità ebraica, hanno preso parte alla cerimonia, tra gli altri, il sindaco Palazzi, il presidente della Provincia Bottani, il prefetto Roberto Bolognesi, il questore Annarita Santantonio, il presidente del consiglio comunale Massimo Allegretti, il consigliere regionale Marco Carra e i rappresentanti della Polizia Locale e delle Forze dell'Ordine.
Il momento commemorativo successivo si è svolto al Binario 1 della stazione ferroviaria di Mantova, punto da cui partirono i treni per i campi di sterminio. Qui, vicino alla targa-ricordo collocata sul muro della stazione, fortemente voluta dal Comune di Mantova e realizzata grazie al lavoro e al contributo dei volontari dell'Istituto di cultura Sinta, si è tenuta la commemorazione del Porrajmos, la persecuzione su base razziale dei Sinti e dei Rom avvenuta durante il nazifascismo.
Come ha ricordato il presidente dell'associazione Sucar Drom Carlo Berini, 500mila rom e sinti furono uccisi nei campi di concentramento nazisti, di cui 26mila a Birkenau in una notte, sei mesi prima della liberazione del campo. Berini ha anche evidenziato come la legge italiana che riconosce ufficialmente tutte le minoranze presenti sul nostro territorio, tuttora non consideri quella rom e sinta.
Si sono susseguiti interventi, intermezzi musicali, le parole del Pastore Meshua Gabrieli per ricordare la storia tragica del Porrajmos e i pericoli sempre attuali di manifestazioni di antiziganismo e, infine, la preghiera d'auspicio per la pace di tutti i popoli. Anche in questo caso hanno partecipato le autorità locali civili, militari e religiose.
Per il Comune di Mantova erano presenti il sindaco Mattia Palazzi e gli assessori Andrea Caprini e Andrea Murari, affiancati dal Questore, dal Prefetto e da altre autorità . A tutte le cerimonie hanno anche presenziato, con tanto di gonfaloni, labari e bandiere, alcuni rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma.
Fa parte degli appuntamenti del Giorno della Memoria anche la presentazione del libro di Frediano Sessi "Quando imparammo la paura. Vita di Laura Geiringer sopravvissuta ad Auschwitz". Nella sala monumentale della Biblioteca Teresiana l'autore ha dialogato con Luisa Cigognetti, direttrice scientifica dell'Istituto Mantovano di Storia Contemporanea, parlando delle vicende legate alla protagonista del libro, Laura Geiringer, unica sopravvissuta della sua famiglia ad Auschwitz, tornata a casa con la consapevolezza di dover impiegare tutte le sue forze per ricominciare a vivere.
Unico sfogo per sfuggire al ricordo delle abiezioni di Birkenau fu il diario di memorie a cui affidò i suoi pensieri. Grazie a quelle parole, a nuovi documenti e a testimonianze inedite, Frediano Sessi ha ricostruito la tragica storia di Laura e della sua famiglia, dalla serenità dell'infanzia all'ignominia delle leggi razziali; dalla tentata fuga a Gruaro alla detenzione a Venezia; dal tragico trasferimento ad Auschwitz sul medesimo convoglio di Primo Levi al tentativo di riprendere, dopo la liberazione, un'impossibile normalità .
All'ingresso della Biblioteca Teresiana, si ricorda, è presente l'installazione del Memoriale della Shoah Mantovana.
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