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Canale navigabile Milano-Po allo studio di Regione Lombardia. Coldiretti nettamente contraria.
MANTOVA, 4 gen. – Un sistema di opere che rendano possibile la navigazione fluviale da Milano a Cremona e poi alla foce del Mincio: Regione Lombardia ci crede, l'Europa l'inserisce tra le priorità strategiche, Mantova ne è privilegiata interessata, ma la Coldiretti lombarda è contraria.
La storia di questa idrovia padana è lunga più di cent'anni, col primo progetto risalente al 1902 e una notevole quantità di promesse e di risorse spese senza risultato.
Adesso, con la Regione che elabora progetti per centinaia di milioni di euro cofinanziati dall'Europa e la Cgil di Mantova, Lodi e Cremona attiva nel sollecitare soluzioni concrete, ma che tengano conto delle condizioni di salute del Po, Mantova vede aprirsi interessanti opportunità di sviluppo per il suo porto di Valdaro, unico approdo fluviale padano direttamente collegato al mare e inserito nell'ultimo tratto europeo del "corridoio 3 Mediterraneo".
Il primo problema da risolvere riguarda la regimazione del Po, cioè come renderlo navigabile il maggior numero di giorni l'anno per poter puntare anche sullo sviluppo del turismo, oltre che all'utilizzo per trasporto merci.
I tecnici incaricati dalla Regione hanno elaborato un sistema basato su tre dighe, che dovrebbero sorgere nel Cremonese, a Motta Baluffi e a Casalmaggiore, e nel Mantovano a Quingentole, capace di regolare il flusso dell'acqua e di produrre contemporaneamente energia elettrica.
Le prime obiezioni riguarderebbero il forte impatto ambientale, ma per contro il progetto porterebbe anche un ritorno economico che, grazie al project-financing, potrebbe farlo risultare a costo zero per la Regione.
Per quanto riguarda il Porto di Valdaro, si troverebbe sicuramente avvantaggiato dato che la struttura di Mantova è servita da un canale navigabile fino alla laguna veneta già in grado di essere utilizzato lungo tutto il corso dell'anno, nonostante le limitazioni costituite da alcuni ponti in territorio veneto.
Diametralmente opposto il parere espresso da Alessandro Rota, Presidente di Coldiretti Milano Lodi e Monza Brianza, nel commentare i nuovi progetti di fattibilità che, anche nel 2016, dopo oltre un secolo di discussioni e costi, sono stati finanziati per studiare la possibile realizzazione dell'opera.
"Con tutti i problemi più urgenti che ci sono, mi pare assurdo pensare di spendere 2 miliardi di euro, se li hanno, per scavare un canale navigabile da Milano al Po passando da Lodi e Cremona. Anche perché è un progetto vecchio di oltre cento anni che solo per l'idea è già costato troppo.
E non voglio pensare a quello che sarebbe l'impatto sul territorio. Sembra un po' la vicenda del ponte sullo stretto di Messina, ma trasportata al nord. Non credo proprio che debba essere fra le priorità del nuovo anno".
"A fronte di questa situazione – chiede Rota – se proprio si devono spendere dei soldi, non è meglio investirli in qualcosa che riguarda più da vicino la qualità della vita della gente? Penso a misure di miglioramento ambientale e di sviluppo del verde sia nelle città che fuori, creando reti di collaborazione con il territori agricoli.
Ma se al posto dei campi scaviamo un letto di cemento dopo che facciamo: respiriamo quello? E l'acqua che serve dove l'andrebbero a prendere: dalle rogge sventrate che non servirebbero più ai terreni del Lodigiano? Mi pare tutto un controsenso: un danno all'agricoltura e all'ambiente. Mi pare che fra strade, autostrade e poli logistici il territorio abbia già dato. Anche troppo".
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