Il grande cantiere aperto di Palazzo del Podestà rivela pagine inedite della storia di Mantova

MANTOVA, 27 mag. – "E' così vero che sembra falso". Da questa affermazione dell'architetto Italo Rota ha preso spunto l'incontro di studio sulle attività del grande cantiere aperto di Palazzo del Podestà.

Tempio di San Sebastiano affollato da studenti e addetti ai lavori per questo interessante appuntamento che è stato aperto dagli interventi del sindaco di Mantova e presidente delle Regge dei Gonzaga, Nicola Sodano, e del dirigente del Settore Lavori Pubblici e Rup del Comune di Mantova Carmine Mastromarino.

E' stato ricordato il percorso intrapreso dalle tre Amministrazioni che si sono succedute in questi anni che hanno portato all'attuale fase operativa del recupero di questo prestigioso complesso architettonico che comporterà un costo previsto di 23 milioni di euro.

Col primo stralcio di 14 milioni di euro, l'attuale cantiere rappresenta un entità da record nel panorama pubblico italiano e coinvolge un ampio sistema architettonico comprendente anche la Torre delle Ore, il Palazzo della Ragione e la Torre dell'Orologio.

Durante i lavori si è scoperta una complessità strutturale non preventivata, costituita da una stratificazione di interventi passati, sulla quale il sisma del 2012 ha inciso in modo decisivo determinando modificazioni di obiettivi e anticipazione degli interventi per la sua totale messa in sicurezza.

Con l'avvio dei lavori si è preso coscienza della complessità e della fragilità strutturale e si è assegnata la priorità al recupero della stabilità e degli spazi contigui del Palazzo della Ragione.

Un'operazione tanto affascinante quanto impegnativa che, con l'affidamento del progetto all'architetto Italo Rota, ha aperto una nuova fase di studio, indagine e definizione dei criteri di intervento su questa "sostanza edilizia", così definita dallo stesso Rota, sottomessa alle modificazioni del tempo, la più recente delle quali risale agli anni '40 ad opera dell'architetto Aldo Andreani.

In un certo senso, il terremoto si è fatto coprogettista, separandone i diversi elementi e dando al palazzo la possibilità di rivelarsi: sovrapposizioni di affreschi e scritte a partire dal XII° secolo, parti più antiche di quanto si sapesse e contaminazioni di materiali mai indagate prima.

L'architetto Italo Rota ha illustrato l'approfondito esame della situazione attuale e delle prospettive del fare architettura confrontandosi con la conservazione che, in accordo con le varie sovrintendenze interessate, dovrà portare a salvaguardare l'atmosfera attuale di questo enigmatico edificio.

L'obiettivo, per questo complesso di cui manca una definita documentazione storica e che non risponde ad un progetto architettonico unitario, viene individuato nell'agire senza torturarne le caratteristiche assunte per renderlo un luogo adatto a vivere sviluppando la contemporaneità.

E, ha concluso Rota, facendo le scelte migliori per l'edificio in modo da non porre problemi al suo futuro e sapendo scegliere quali particolari tenere in vista.