Gighessa messa a ferro e fuoco, la missione mantovana in Etiopia distrutta da una folla impazzita. Nessun ferito, al sicuro anche i tre virgiliani presenti

MANTOVA, 20 feb. - Assaltata, depredata, razziata. Da oggi la missione di Gighessa in Etiopia - fino al 2012 gestita dalla Diocesi di Mantova e dove tuttora opeano volontari medici dell'associazione mantovana Pro-Gighessa presieduta dal dottor Plinio Venturi - non c'è più. O quasi.

A darne notizia il vescovo di Mantova, Roberto Busti, sul sito della Diocesi.

Ancora non si conoscono i particolari, ma a quanto si sa un gruppo piuttosto nutrito di persone, per motivi non chiari al momento, ha preso d'assalto la missione sacchegiandola e bruciando le case dove vivevano i missionari. Nessuno dovrebbe essere rimasto ferito.

Suore, preti e persone residenti nella clinica, che si occupa di curare le malformazioni dei bambini, sono stati messi al sicuro dalla polizia locale a Shashemane. Senza un graffio anche i tre volontari mantovani presenti al momento nella missione: Gianni Busi, Umberto Pavesi e Valerio Pinnetti.

Come si diceva, anche l'ospedale è stato distrutto e razziato. Una tragedia nella tragedia se si considera la funzione della struttura diventata un punto di riferimento fondamentale dell'intera zona (Gighessa sorge 250 km a sud della capitale Addis Abeba) soprattutto per la cura delle malformazioni osteo-articolari dei bambini. Ogni anno vengono operati circa 120 bambini dai medici volontari, molti dei quali mantovani. Dal maggio del 2012 la Associazione, in collaborazione con le suore Orsoline di Gandino, gestisce direttamente la clinica per bambini.

"Ho ricevuto da poche ore - scrive sul sito della Diocesi di Mantova il Vescovo Busti - questa notizia inaspettata e tremenda. Sento un senso di profonda amarezza e di immensa desolazione. La missione di Gighessa è iscritta da decenni nel cuore della nostra Diocesi che se ne è fatta carico di dotarla di generosi aiuti anche nel passaggio alla gestione diocesana di Meki. L'associazione Pro Gighessa con medici e ausiliari che curano malattie e malformazioni soprattutto dei bambini, ha appena terminato un prezioso lavoro di ristrutturazione e adeguamento per continuare meglio il periodo di riabilitazione post operatorio. Ultimamente c'è stato anche in positivo incontro con le Autorità locali. Nulla ha fatto presagire questo evento che, come avviene in momenti e luoghi di disordine sociale e civile, diventa distruttivo in modo del tutto irrazionale e contraddittorio. Ora la popolazione intera non potrà più usufruire di tutti i servizi sociali, scolastici e religiosi dei quali anche noi, qui, andavamo fieri e continuavamo a sostenere! Cercheremo di conoscere meglio le cause e gli effetti di questo dramma. E affidiamo al Signore quelle popolazioni amate, ringraziandolo che non è avvenuto nessun danno alle persone".

(e.s.)