Edilizia sostenibile certificata, per l'Italia un risparmio di 189 milioni all'anno
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- Creato 25 Giugno 2023
- Pubblicato 25 Giugno 2023
ROMA, 25 giu. – In ambito edile l'utilizzo dei protocolli energetico ambientale, rating system, della famiglia LEED-GBC consente l'efficiente risoluzione delle significative criticità a livello di efficienza energetica e ambientale che qualificano il patrimonio edilizio italiano. L'edilizia sostenibile certificata, realizzata alla luce di questi strumenti, sarebbe pertanto in grado di ridurre non solo l'impatto ambientale negativo dell'intero settore del costruito, ma sarebbe anche capace di generare esternalità positive per l'intera economia nazionale, con un risparmio annuo pari a 189 milioni di euro al 2030.
Questo è quanto dimostrato dall'Impact Report che Green Building Council Italia (GBC Italia) ha sviluppato grazie alla partnership con USGBC (United States Green Building Council), GBCI (Green Business Certification Inc.) e Arc Skoru, in collaborazione con The European House – Ambrosetti e grazie al supporto di numerose imprese della filiera edilizia ed immobiliare italiana.
Il documento è stato presentato il 13 giugno a Roma alla presenza di rappresentanti ministeriali, delle istituzioni e amministrazioni nazionali e locali, degli esponenti delle primarie imprese e delle organizzazioni italiane. I rating system LEED e GBC costituiscono indispensabili strumenti di progettazione e di misurazione delle performance del "sistema edificio", sempre più rilevanti all'interno del settore del costruito anche in ottica ESG. Si caratterizzano, infatti, in modo inedito per una visione olistica, che abbraccia tutti gli aspetti energetico-ambientali di un immobile lungo l'intero ciclo di vita dello stesso – dalla progettazione, alla scelta dei materiali di costruzione e alla relativa messa in opera, sino anche alla manutenzione e demolizione dell'edificio.
Si tratta di strumenti entrati nel mercato italiano da oltre quindici anni, di cui oggi, per la prima volta, GBC Italia giunge a misurare l'effettiva e la potenziale capacitĂ di contribuire allo sviluppo sostenibile delle nostre economie. Quanto emerge da questo primo Rapporto, in sintesi, è che i benefici associati alla diffuÂsione dei protocolli energetico-ambientali della famiglia LEED-GBC sono notevoli, così come dimostrato dalla misurazione, anche economica, delle esternalitĂ positive generate dall'impiego di questi strumenti. Un'analisi condotta considerando due orizzonti temporali: viene valutato l'impatto al 2023 generato dagli oltre 19 milioni di mq di edifici registrati e certificati in Italia dal 2008 con i protocolli della famiglia LEED-GBC (possiamo immaginarla come la riduzione di impatto dovuta a una cittĂ di oltre trecentocinquantamila abitanti, costituita solo da edifici sostenibili, con impatti misurati e certificati) e vengono poi stimati gli impatti nel prossimo decennio, con l'orizzonte temporale al 2030, che gli edifici certificati saranno in grado di apportare al Sistema Paese, seguendo gli attuali tassi di crescita.
Per meglio comprendere il senso dei contenuti che l'Impact Report porta alla luce è fondamentale sottolineare che secondo i dati diffusi dall'ONU, a livello globale, il settore delle costruzioni, con le relative filiere edilizia e immobiliare, non è soltanto il più grande in termini economici, ma anche in termini di utilizzo di risorse e impatti sull'ambiente: gli edifici sono responsabili per circa il 36% dell'emissione di gas nocivi, del 40% del consumo energetico e di oltre un terzo delle emissioni di CO2. All'interno del contesto italiano il settore edilizio ed immobiliare gioca un ruolo di prim'ordine, come dimostrato dal relativo dimensionamento: nel 2021 si contano 66,5 milioni di unità immobiliari, un dato in crescita del 10,5% rispetto al 2010, a cui si aggiunge circa un 12% di unità immobiliari c.d. "non censibili" (beni di utilità comune a più unità immobiliari, che non producono un reddito proprio), che porta il totale per il 2021 a 77 milioni di immobili prevalentemente costituito da abitazioni residenziali, che rappresentano il 53,2% del totale. Si tratta però di uno stock immobiliare ad elevata anzianità e basse performance in termini di efficienza energetica: in Italia, 2,1 milioni di edifici residenziali – pari al 17% del totale dello stock residenziale – si trovavano, infatti, in cattivo stato di conservazione. Il 74% del totale è stato costruito prima degli anni '80 e addirittura prima degli anni '60. Questo, contestualizzato nel quadro degli obiettivi del Green Deal europeo e dei piani di finanziamento sviluppati a livello nazionale e comunitario, fa ipotizzare che, nei prossimi anni, proseguiranno gli investimenti in efficientamento energetico, rigenerazione, manutenzione e riqualificazione del costruito.
(askanews)
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