‘La differenza sia differenza, non meglio o peggio’: dal femminismo all’inclusione, l’attualità secondo Chimamanda Ngozi Adichie

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Creato 07 Settembre 2017

Pubblicato 07 Settembre 2017

MANTOVA, 7 set. – In un mille ieri sera in Piazza Castello hanno accolto Chimamanda Ngozi Adichie, grande protagonista della prima giornata di Festivaletteratura 2017, che ha risposto alle precise sollecitazioni di Michela Murgia.

Un evento raro, per la riluttanza della scrittrice nata nel 1977 ad Abba, in Nigeria, a partecipare a manifestazioni lontano dalla sua attuale residenza negli Stati Uniti, che ha richiamato addirittura persone giunte dall'estero.

Con la lucida franchezza che la contraddistingue Chimamanda Ngozi Adichie, ha precisato il suo pensiero rispetto al femminismo moderno rifiutando l'etichetta di icona che le viene attribuita come conseguenza del discorso tenuto nel 2013 durante una conferenza TEDxEuston, che è stato campionato dalla cantante Beyoncé nella canzone Flawless e che è stato pubblicato in Italia col titolo Dovremmo essere tutti femministi .

"Non avevo alcuna ambizione quando ho fatto quel discorso, sono stata schietta e non ho detto nulla che le donne non sapessero già. Ma agli uomini non bisogna parlare in tono accusatorio: non è una responsabilità individuale.

Il femminismo è un fatto strutturale che deve rompere i vincoli di una gabbia che ci schiaccia e disumanizza tutti. Il femminismo e la parità di genere sono un imperativo morale".

Nell'ampia carrellata di argomenti proposti da Michela Murgia non sono mancati gli accenni alla sua esperienza di passaggio dalla originaria etnia igbo alla realtà statunitense – "Mi ha costretto a ripensare e scoprire la mia nuova identità, ma utilizzando due lingue ho la sensazione di avere due personalità" – e al dibattito aperto tra inclusione e integrazione.

"Sogno un mondo in cui la differenza sia solo differenza, non meglio o peggio, o tutti omologati. L'insicurezza deriva dal cambiamento e dalla reticenza ad accettare le differenze". – ha proseguito Adichie – "L'Europa deve ricordare la ciclicità della storia: 100 anni fa voi siete andati in Etiopia, gli inglesi sono venuti in Nigeria a prendere quello che volevano, senza essere stati chiamati".

E sollecitata ad esprimersi sull'ondata di intolleranza razziale nell'America dell'era Trump ha ammesso di vivere la situazione come un "brutto sogno", ritenendola una realtà pericolosa per tutti, carica di risentimenti: un razzismo di ritorno strisciante, una reazione all'esperienza Obama. "Attenzione: se la società è ingiusta, lo è per tutti".

g.m.p.

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