Mantova, cosa ne fai della tua immagine? Un cittadino in Lapponia a Kiruna: il turismo del nulla
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- Creato 15 Dicembre 2013
- Pubblicato 15 Dicembre 2013
Temperatura a trenta gradi sotto zero, buio alle due del pomeriggio (quando va bene), neve e ghiaccio ovunque, ristoranti che al sabato sera chiudono alle 21.
System Bolaget (unico negozio statale autorizzato alla vendita di alcolici) segnalato prima di entrare in paese da un cartello stradale che i più inesperti potrebbero credere indichi un monumento o un luogo di interesse storico. Edifici estrosi e arte scarseggiante (da segnalare praticamente solo la chiesa locale, degli inizi del 1900, costruita per raggruppare cultura svedese, finlandese e sami).
Le foto che osservate sono della remota città di Kiruna nella Lapponia svedese e dei paesaggi circostanti, del suo Hotel di ghiaccio dai -5 gradi e dalle coperte di pelle di alce nel quale soggiornano facoltosi cinesi, delle sue casette in stile svedese arredate IKEA.
Prima di entrare in tema, però, sveliamo una curiosità che i lettori più attenti si staranno domandando: sì, ho visto l'aurora boreale. Ne vedete le immagini del mio amico australiano Daniel Parsons in quanto il mio smartphone non era sufficientemente performante per carpirla. In ogni caso, quando ne ammirate quelle raffigurazioni verdi, rosa, viola, così meravigliosamente intense, sappiate che l'occhio elettronico ne coglie colorazioni che il nostro non vede nemmeno lontanamente. Si tratta di un fenomeno molto più aleatorio di quanto non si possa immaginare.
A chi, dopo questa descrizione sommaria, non verrebbe voglia di annotarsi subito il nome della località per trascorrervi un pimpante weekend? Tanta è la voglia di fare i bagagli (consiglio diverse paia di guanti e calze) e partire che si è disposti anche a percorrere in bus tutta la lunghezza della Svezia, da Jönköping a questo misterioso luogo (o non-luogo). 1600km, 20 ore di viaggio per valicare il circolo polare artico e giungere, pieni di soddisfazione e aspettative nella terra di Babbo Natale, la Lapponia, a Kiruna.
Sviscerati tutti i retroscena, ora, il tema. Parliamo di turismo. Già , perché in quella che sarebbe dovuta essere la città Capitale Europea della Cultura, forse, avremmo qualcosa da imparare da questi algidi svedesi. In questi tempi fiumi di parole sono stati spesi sull'argomento: vi abbiamo parlato delle fiere internazionali come il No Frills di Bergamo, di tavoli a Palazzo di Bagno per studiare la presenza di Mantova all'Expo 2015, vi abbiamo descritto le iniziative del Comune in vista delle feste natalizie. Eppure, tutte queste misure non sono sufficienti.
Arrivati a Kiruna, il tempo di cambiarsi d'abito ed era la volta del cosidetto Wilderness Tour. Mai nome fu più appropriato posto che il programma consisteva in un viaggio di un'ora in mezzo ad alberi e neve in motoslitta e slitta trainata dai cani, prima di terminare la corsa in casupole sperdute tra neve e foreste, senza acqua corrente, elettricità , male riscaldate e poco igieniche, dove il gruppo ha trascorso una notte intera prima di compiere il percorso all'incontrario.
Ora, questo è, all'occhio attento, turismo sul nulla. A Kiruna non vi è nulla ma la gente, entusiasta, corre a vederlo. E' un puro discorso di immagine a coprire il vuoto che la città ha da offrire, perché niente aveva i tratti svedesi: né le motoslitte, né i cani, né la neve, per quanto copiosa cada in quelle terre, sono peculiari del regno di re Carlo XVI Gustavo.
Una cittadina piccola e moderna che fonda le proprie radici sui cunicoli delle miniere di ferro che brulicano nel sottosuolo ha attratto un centinaio di studenti internazionali che per recarvici hanno speso circa 500 euro a testa, ansiosi di vedere la terra di Babbo Natale, quella Lapponia così decorata che, in realtà , quasi non indossava addobbi festivi.
Assommati, quei soldi sono gli stessi 50mila euro che Mantova ha speso per le sue luminarie, le quali hanno il pregio di ravvivare l'atmosfera cittadina ma che di certo non rappresentano un'investimento sul tursimo a lungo termine. E' dunque questo ciò che manca alla terra virgiliana, una politica di immagine.
Perché nessuno conosce una terra le cui potenzialità sarebbero immense? Una località circondata da laghi, in cui la cucina fa sognare, patria di Virgilio e sede di quella che a suo tempo era la dinastia più importante d'Europa? Perché se dici Romeo e Giulietta chiunque si ricorda di Verona e nessuno di Mantova? Perché il terremoto era solo emiliano e non mantovano?
Serve raddrizzare il tiro. A farlo non saremo noi giornalisti, che esponiamo problemi, saranno, si spera, le stanze di via Roma e di Palazzo di Bagno. Saranno i vari Sodano e Pastacci che dovranno avere l'occhio abbastanza lungo per guardare oltre ai rispettivi mandati. La nostra speranza, che andiamo esponendo da tanto, troppo, tempo, è che la nostra città cessi di essere quella Sleeping Beauty descritta dal Guardian.
Con questo giungiamo al termine di quella parte che, nella rubrica Visti da Nord, confrontava Belpaese e Svezia. Si conclude un capitolo di una testata online e il capitolo di un'esistenza. Quello che c'è stato in mezzo, è stato merito anche, inconsapevolmente forse, di voi lettori che avete dato il giusto feedback a chi con impegno si accingeva a scrivervi. A voi, dunque, un sincero ringraziamento e un saluto.
Nicola Roli
@NicolaRoli1
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