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Why Iceland?

VistiDaNord PanoramaIslanda1Why Iceland? Dopo quasi tre anni che abito qui, ancora mi capita di ricevere questa domanda. 

Tutto è partito con un'idea confusa, indefinita che descriveva più una dimensione che un luogo. Non era ancora un progetto, solo una sequenza di non più.

Non molti ma sufficienti per dare corpo all'idea e non farla morire.

  • Non volevamo più una respirare l'aria malsana della Pianura Padana.
  • Non volevamo più cedere al ritmo incessante di una vita che sembrava avanzare più col pilota automatico che per il nostro libero arbitrio.
  • Non volevamo più vivere in un paese dove già quarant'anni il mondo del lavoro ti ricatta guardandoti dall'alto al basso.

Abbiamo viaggiato. Ci siamo guardati attorno. Abbiamo preso in considerazione molte possibilità.

  • Non volevamo un luogo troppo caldo.
  • Non volevamo un luogo dove lo stato sociale fosse visto come uno spreco.
  • Non volevamo né il Paradiso né l'Isola che non c'è. Solo un luogo che ci piacesse. Un luogo che ci permettesse di vivere con un contatto più stretto con la natura. Soprattutto cercavamo un luogo che ci ispirasse fiducia.

Nel 2006 abbiamo fatto un viaggio in Islanda e al ritorno abbiamo deciso di provare a trasformare la nostra idea confusa in un progetto. Abbiamo preso informazioni. Siamo giunti alla conclusione che forse l'Islanda poteva davvero avere le caratteristiche che cercavamo. Abbiamo mandato curriculum. E quando l'occasione lavorativa per partire è arrivata abbiamo semplicemente deciso di far accadere qualcosa invece di subirlo.

Non abbiamo trovato né il Paradiso né l'Isola che non c'è. L'Islanda è solo un luogo, con le proprie peculiarità, i propri pregi, le proprie contraddizioni. La bancarotta del sistema bancario nel 2008 è stata tutt'altro che indolore. E se gli indici economici rimangono migliori di quelli italiani e di gran parte dei paesi europei, nessuno può prevedere cosa accadrà nei prossimi mesi. Soprattutto in virtù degli ultimi risultati che ha visto il netto riaffermarsi di quelle forze politiche che auspicano per il paese uno sviluppo industriale e una revisione di quello stato sociale che era uno dei punti fermi nei nostri criteri di ricerca di un luogo alternativo dove vivere.

Però qui abbiamo finora trovato tutto quello che cercavamo. Abbiamo perso qualcosa in termini di denaro, ma abbiamo una vita più lenta, con maggior tempo libero e, di conseguenza, lo spazio per il libero arbitrio si è allargato. Dalle finestre dove da bambini vedevo i camini della Ies ora vedo un laghetto incastrato fra le montagne. E quando qualcuno mi chiede "why Iceland", io mi limito a rispondere "Why not?".

Gabriele Falco


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