'Naturalia e Mirabilia a Palazzo Ducale': riapre la Galleria delle Metamorfosi con un allestimento permanente che rievoca la collezione di meraviglie dei Gonzaga
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- Creato 08 Aprile 2022
- Pubblicato 08 Aprile 2022
MANTOVA, 08 apr. - La Galleria delle Metamorfosi di Palazzo Ducale, che era rimasta chiusa al pubblico dal 2012, con la mostra "Naturalia e Mirabilia. Scienze alla corte dei Gonzaga" da sabato 9 aprile torna ad essere accessibile nel normale percorso di visita della reggia gonzaghesca.
Per questa preziosa ala del palazzo, adiacente il Giardino dei Semplici, la riapertura acquista un valore speciale perché da oggi diventa sede permanente della collezione totalmente nuova che intende rievocare la celebre Wunderkammer - "camera delle meraviglie" – in cui i Gonzaga conservavano ed esibivano la loro stupefacente raccolta di oggetti rari, curiosi, ognuno dei quali è parte di un racconto esotico, allegorico.
Il nuovo allestimento, appositamente progettato con l'intento di valorizzare sia le opere esposte, sia gli ambienti accuratamente restaurati, presenta una collezione costituita dal patrimonio storico del Ducale ampliata con acquisti effettuati progressivamente a partire dalla fine del 2020, pezzi di proprietĂ del Comune di Mantova, completata dall'esemplare di ippopotamo ottenuto in prestito temporaneo (fino al 9 ottobre) dal Museo Kosmos di Pavia.
Elemento di straordinario interesse, questo ippopotamo faceva parte della leggendaria collezione naturalistica dei Gonzaga e, dunque, torna al Ducale dopo quasi due secoli e mezzo. Le sue origini sono state ricostruite solo in parte: si crede fosse uno dei due animali giunti a Mantova dall'Egitto nel 1603, cacciati dal medico Federigo Zerenghi, la cui notizia ci viene riferita dall'Abate Gian Girolamo Carli (1719-1786), segretario perpetuo dell'Accademia Virgiliana. Si tratta propriamente di una tassidermia (tecnica diversa dall'imbalsamazione) tra le piĂą antiche attualmente conosciute.
Scampato miracolosamente al sacco di Mantova del 1630, nel corso del Settecento l'ippopotamo fu incorporato nelle collezioni naturalistiche dell'Accademia Nazionale Virgiliana ma dal 1783 è conservato ed esposto a Pavia, presso il Museo Kosmos di Storia Naturale. Nel corso della presentazione della mostra avvenuta questa mattina nell'Atrio degli Arcieri, a cui hanno preso parte anche il vicesindaco di Mantova Giovanni Buvoli e Jessica Maffei per il Museo Kosmos di Pavia, il direttore di Palazzo Ducale, Stefano L'Occaso ha sottolineato il valore e l'importanza del restauro e del riallestimento della Galleria delle Metamorfosi.
Un intervento che, "estende ulteriormente il già notevole percorso di visita di Palazzo Ducale e fa luce su un aspetto del collezionismo eclettico dei Gonzaga. Questa nuova sezione del museo ci permetterà ancora di più di lavorare con le scuole e con un pubblico nuovo, che magari non ha ancora visitato il palazzo ed è in cerca di un'esperienza più divertente e insolita".
L'apertura di questo nuovo e importante tassello espositivo consentirĂ di visitare anche ulteriori sezioni di Palazzo Ducale: per accedere alla Galleria delle Metamorfosi il pubblico potrĂ , dall'Appartamento di Troia in Corte Nuova, percorrere il tragitto che comprende la Galleria dei Mesi (attualmente in restauro) e la straordinaria Galleria della Mostra, con l'affaccio sul Cortile della Cavallerizza. Questo significativo aumento dell'offerta culturale e il grande sforzo attuato dalla direzione del palazzo per rendere fruibili nuovi ambienti ha tuttavia un piccolo rovescio della medaglia: un lieve ritocco del costo del biglietto, che passa da 13 euro piĂą prevendita a 15 euro prevendita inclusa (il percorso senza Camera degli Sposi, analogamente, si incrementa da 7 euro a 9).
Uno sforzo in più per il visitatore che potrà tuttavia avere una visione ancor più completa della straordinaria avventura storica della dinastia Gonzaga, dei loro ineguagliabili lasciti artistici a Mantova e della stupefacente bellezza del patrimonio monumentale italiano. La nuova collezione allestita ad hoc intende rievocare quella specie di enciclopedia tridimensionale del mondo visibile di allora, in un'epoca in cui scienza, folklore e mito si fondevano in una sintesi che oggi può apparire curiosa e bizzarra.
Da qui la scelta e l'acquisto nel corso del 2020, 2021 e 2022 di una serie di reperti dal mondo animale e minerale – un coccodrillo, un armadillo, un raro bezoar, mascella di squalo, fossili, pietre, lapislazzuli e così via – utilizzando, oltre al già citato Fürttenbach, fonti del XVI e XVII secolo e in particolare le descrizioni dello scienziato bolognese Ulisse Aldrovandi. L'allestimento – progettato dall'arch. Massimo Ferrari, Politecnico di Milano, polo territoriale di Mantova – infatti è volutamente non convenzionale, leggero e godibile, pensato anche per piacere alle scuole ma non per questo privo di quel rigore filologico su cui si fondava la memorabile mostra del 1979 intitolata "La Scienza a Corte", che fu occasione per esplorare gli approcci scientifici tra Cinque e Seicento, rivelando uso e funzione di questi e altri spazi in Palazzo Ducale.
La Galleria delle Metamorfosi è naturalmente anche interessante di per sé, distinta com'è in quattro ambienti, ciascuno dei quali richiama un elemento naturale. Gli stucchi e le pitture furono progettati a fine Cinquecento da Antonio Maria Viani e la galleria, quadripartita, ha un aspetto straordinariamente mitteleuropeo. In quanto parte delle collezioni permanenti del museo, anche questa sezione sarà arricchita da ulteriori acquisti che verranno via via presentati al pubblico nei prossimi mesi.
Una piccola anticipazione riguarda il celebre dente di narvalo, in antichitĂ ritenuto un prezioso e rarissimo esemplare di "corno di unicorno", che sarĂ prossimamente incluso tra i reperti esposti. Un ciclo di conferenze e una pubblicazione di approfondimento, che vedono coinvolti importanti studiosi, sono attualmente in fase di realizzazione e consentiranno al pubblico e agli specialisti di approfondire i contenuti della nuova sezione espositiva e della tematica delle collezioni naturalistiche nel contesto italiano ed europeo.
Una parte dell'allestimento accoglie materiali paleontologici delle collezioni permanenti: fossili e altri reperti di proprietĂ comunale, restaurati per l'occasione e mai sin qui esposti al pubblico. Una piccola estensione dell'allestimento di Palazzo Ducale, con alcuni reperti inediti, sarĂ visitabile presso il Mantova Village di Bagnolo San Vito che ha offerto la sua collaborazione per la promozione di questo evento espositivo.
La Galleria delle Metamorfosi, così chiamata per via delle decorazioni ispirate all'omonima opera del poeta latino Ovidio, è detta anche "Galleria di Passerino": proprio qui i Gonzaga conservavano – macabro talismano – la mummia del precedente Capitano del Popolo Passerino Bonacolsi, ucciso nel 1328 per prenderne il posto alla guida della città . Pare anzi che il cadavere (coperto da un velo, per non far inorridire le dame), a motivo di ulteriore e oltraggioso scherno, troneggiasse in posizione eretta sopra un grosso e sgraziato animale: "Un vitello marino grande quanto un bue (...), un animale goffo con grande testa ed ampie fauci, e con quattro denti ricurvi".
La descrizione dell'ippopotamo è di un viaggiatore tedesco, Josef Fürttenbach, che nel 1626 visitò Palazzo Ducale e fu affascinato dalla spettacolare collezione di reperti animali, minerali e vegetali dei Gonzaga. Essi coltivarono a lungo la capacità di stupire papi, imperatori e re con l'esibizione fastosa dell'arte, dei sontuosi banchetti ma anche di uno studiato collezionismo eclettico, in grado di offrire una "campionatura scientifica" dell'universo allora conosciuto ma anche di far restare a bocca aperta gli ospiti. Questi ambienti accoglievano le collezioni naturalistiche: una sorta di museo delle scienze il cui riallestimento, aperto al pubblico da sabato 9 aprile 2022, sarà permanente.
Quanto alla lugubre mummia di Passerino, ragazzi e famiglie possono stare tranquilli: non c'è più. Secondo la leggenda, a disfarsene fu Susanna Enrichetta di Lorena, ultima duchessa di Mantova: stanca dell'inquietante trofeo, lo fece gettare nelle acque del lago. Sfidò così la profezia di una maga, che aveva predetto la perdita del potere a chi si fosse sbarazzato della mummia: ragion per cui nessun Gonzaga, fino ad allora, si era azzardato a liberare il nostro ippopotamo dal corpo vilipeso di Passerino. Ingenua superstizione? Chissà , sta di fatto che di lì a poco il potere dei Gonzaga si sgretolò: il duca Ferdinando Carlo infatti, fuggendo a Venezia, abbandonò per sempre Palazzo Ducale.
- Dal 9 aprile 2022: NATURALIA E MIRABILIA. SCIENZE ALLA CORTE DEI GONZAGA
- Galleria delle Metamorfosi, Palazzo Ducale di Mantova
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