Valdaro spa è in liquidazione: come prevedibile, finale tra mille polemiche e con l’esclusione di Patrini
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- Creato 12 Dicembre 2014
- Pubblicato 12 Dicembre 2014
Nel mirino delle opposizioni, con PD e Lega in prima linea, c'è l'aumento di capitale di 625mila euro deciso dalla giunta Sodano che, stando ai fatti, ha solo procrastinato l'inevitabile passo verso la liquidazione della società a capo della quale da poco più di un anno figura Aldo Patrini.
Carica ricoperta, al pari dei due consiglieri senza compenso alcuno. Gli strali più pesanti verso la decisione di Sodano sono stati lanciati dal PD e dalla Lega prospettando l'ipotesi di danno erariale ed eventuale ricorso alla Corte dei Conti.
Nettamente contraria la posizione dei sostenitori di Sodano che giustificano la scelta di aderire all'aumento di capitale per cercare di sanare guai derivati dai loro predecessori.
E la risposta alle opposizioni assume toni ruvidi come quelli con cui il consigliere capogruppo PDL Carlo Acerbi si è espresso nella sua pagina facebook.
"Oggi, usando il pettine, affrontiamo il nodo della liquidazione. Sapendo che la fase di liquidazione è un atto imposto dalla legge, in presenza di queste condizioni, non è un evento traumatico, non è uno stato irreversibile perché si può sempre revocare.
E' uno strumento per affrontare con qualche chance in più il negoziato con in creditori sociali ai quali dobbiamo ricordare due cose. La prima: che il privilegio dei poveri è quello di non pagare i debiti. La seconda: che la prospettiva del rientro del loro credito è legata solo alla vendita ed alla valorizzazione delle aree all'interno del progetto iniziale della Valdaro spa e che tutto ciò può accadere attraverso il verificarsi di una serie di condizioni (destinazione urbanistica delle aree, gestione del Porto, accordi fra enti pubblici, rilascio di concessioni) delle quale il Comune di Mantova resta il Dominus.
Chi ci ha portato fino a qui, dimenticandosi di chi è stato e di quello che ha fatto, oggi recita in pubblico su Valdaro l'indignazione politica può perfino vincere una battaglia tattica, sollecitare una piccola folla e carpire la buona fede di qualche elettore, ma alla lunga viene sempre fuori la differenza fra l'indignazione che porta la bava alla bocca e quella che la porta sul culo degli elettori".
E ora? Rimane solo da vendere, anzi svendere, i terreni. A chi? Con quali prospettive?
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