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Da leggenda a realtà : quando a Mantova arrivò Buffalo Bill col suo ‘Wild West Show’
MANTOVA, 2 mag. – Era il 17 aprile del 1906 quando il leggendario Buffalo Bill presentò ai mantovani il suo straordinario spettacolo circense: "la più grande giostra militare che il mondo abbia mai visto", come sottolineato dai manifesti che accompagnarono la sua tournée italiana.
A Mantova le rappresentazioni furono solo due, alle 13.30 e alle 19.00: spettacoli che entusiasmarono il pubblico e il cui ricordo, tramandato anche dalle cronache del tempo, rasenta il fascino del mito.
L'occasione per rievocare l'evento ci viene offerta dalla riproduzione, firmata Calciolari, del manifesto in cui, al fianco del ritratto di Buffalo Bill, compare una visione della zona di Palazzo Te occupata dagli immensi tendoni del circo e, particolare interessante, vi si può notare l'esistenza, all'epoca, della Fossa Magistrale, oggi sostituita da viale Risorgimento, attraversata dal ponte a 6 archi che collegava Porta Pusterla all'isola del Te.
Il Colonnello William Frederick Cody (1846-1917), questo il vero nome di Buffalo Bill, nella primavera del 1906 tra il 13 marzo e il 5 maggio, intraprese la sua seconda "campagna" d'Italia, successiva alla breve tournée del 1890, portando in 34 città la sua spettacolare rappresentazione del selvaggio West.
L'organizzazione dell'evento era una macchina efficientissima che consentiva lo spostamento rapido delle centinaia di figuranti e migliaia di cavalli che facevano parte dello spettacolo, in modo da poter mettere in scena lo show praticamente ogni giorno in una città diversa.
Interessante appare la richiesta formale, inoltrata al sindaco di Mantova, degli spazi necessari per impiantare il grandioso circo: "L'impresa si compone di non meno di 1000 artisti e 500 cavalli e viaggia con treni speciali di sua proprietà . ...ci occorrerebbero circa 40000 metri quadrati...".
Il Comune gli concesse il terreno fuori dalle porte della città proponendogli l'eventuale affitto delle scuderie adiacenti all'Ippodromo. Così, giunsero alla stazione ben 4 treni speciali, con più di 50 vagoni carichi di uomini, cavalli e di un'enorme quantità di attrezzature varie.
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Allo show, definito anche "una riunione dei cavalieri più arditi del mondo", parteciparono elementi appartenenti a "12 razze umane: Negri e Pellirosse, Cosacchi e Giapponesi, Cow-boys e gauchos della Pampa, uomini della cavalleria americana e inglese, Beduini, Zuavi e anche Cinesi".
Una straordinaria miscela di esotismo e spirito d'avventura utilizzato per rievocare battaglie, come quella di Little Big Horn che fu fatale al generale Custer, creare scene emozionanti come l'attacco alla diligenza, la danza degli indiani e "notevoli esercizi equestri".
Naturalmente, il momento magico dello spettacolo fu l'esibizione di Buffalo Bill stesso impegnato nella suo specialità , "lo sparo mentre montava il cavallo lanciato al galoppo".
I prezzi dei biglietti non erano particolarmente popolari: da 5 a 8 Lire per i posti riservati, 4 Lire per i posti numerati, 2 Lire per quelli non numerati e metà prezzo per i ragazzi sotto i 10 anni.
Dunque, anche Mantova poté acclamare Buffalo Bill, una leggenda vivente, emblema del Far-West entrato a far parte della storia dei nascenti Stati Uniti d'America grazie alle sue eclatanti imprese.
Un mito a cui attinse anche il mondo dei fumetti: erano gli anni '50 quando la mano del disegnatore Carlo Cossio ne faceva rivivere le gesta sulle pagine dell'"Intrepido".
Ed erano in molti a pensare, allora, che quel "Bufalo Bill" (con una sola "f") fosse solo frutto di fantasia.
Guido Mario Pavesi
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