Italia-Cina, nuovo piano triennale dopo lo 'strappo'. Meloni: 'Mercato libero deve essere anche equo'
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- Creato 29 Luglio 2024
- Pubblicato 29 Luglio 2024
PECHINO, 29 lug. - Giocare "secondo le regole", perché "se vogliamo un mercato libero, quel mercato deve essere anche equo": questo il pensiero di Giorgia Meloni a Pechino nell'incontro con il premier Li Qiang che dà il via alla sua missione in Cina.
Perché se l'obiettivo è "rafforzare il partenariato tra Italia e Cina", allora "dobbiamo ragionare sui punti di forza e di debolezza, su ciò che funziona e su quello che non va, e credo che questa sia l'occasione per farlo, con l'obiettivo di rendere le nostre relazioni commerciali sempre più eque e vantaggiose".
Il picchetto d'onore ieri che ha celebrato l'arrivo della presidente del Consiglio è stato imponente: file e file di giovanissimi soldati dell'esercito della liberazione del popolo schierate per i saluti militari e l'esecuzione dei due inni nazionali. Con il primo ministro Li Qiang, Meloni ha raggiunto la sala dove è stato siglato il Piano triennale d'azione, un nuovo tassello del puzzle finalizzato a rilanciare la cooperazione tra Italia e Cina, di fatto un 'restyling' del partenariato strategico del 2004. Il Piano in tre anni contempla anche la sigla di sei intese, tra memorandum e protocolli: nel capitolo sull'Industria figura il dossier su auto elettriche e rinnovabili, che assume particolare rilevanza alla luce dell'intesa tra Stellantis e il produttore cinese Leapmotor.
I dettagli dei contenuti per ora restano coperti, in attesa dell'incontro con il Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping, il momento più importante e delicato dell'intera missione. Ma il bilaterale di oggi è una sorta di 'indicazione stradale' che mostra chiaramente la direzione di marcia intrapresa. "Gli investimenti cinesi in Italia sono oggi circa un terzo di quelli italiani in Cina – rimarca la premier -. È un divario che mi piacerebbe fosse colmato nel modo giusto".
E se Meloni è chiara, chiarissima, nel rimarcare "il problema del forte squilibrio" a svantaggio dell'Italia in un interscambio salito a circa 67 miliardi di euro nel 2023, "con un ampio potenziale" ancora "inespresso" ma che deve puntare "verso un progressivo bilanciamento", altrettanto chiaro appare Li Qiang, nel richiamare lo "spirito della via della Seta" a cui deve tendere la cooperazione tra Italia e Cina, che da oggi "inizia un nuovo capitolo". Lo strappo consumato dal governo Meloni a dicembre scorso, con l'uscita dalla Belt and Road Initiative, brucia ancora, ma c'è la volontà di ricucire, di suturare la ferita.
"Apriremo ancora di più le porte alle aziende italiane, creando un ambiente stabile e trasparente", promette Li Qiang chiedendo che le parti si trattino con "sincerità e onestà ". Mentre il Global Times, principale quotidiano cinese in lingua inglese, racconta della visita della premier italiana come una "buona opportunità per iniettare stabilità ", anche nei rapporti con l'Europa, ma chiede al governo Meloni "sincerità nel cooperare, dopo che si è ritirata dalla Via della Seta, e nel gestire in modo efficace le differenze, in particolare nei colloqui sui dazi alle auto elettriche" cinesi, uno dei temi più annosi sul tavolo. Non il solo.
(adnKronos)
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