MaturitĂ islandese
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- Gemaakt op 29 augustus 2013
- Gepubliceerd op 29 augustus 2013
Nell'ottobre 2008 il sistema bancario islandese collassò, trascinando con sè la corona islandese che si trovò presto svalutata del 150% rispetto ai valori di mercato ai tempi del mio primo viaggio in Islanda.
Come da attese, i dati statistici del 2009 furono pessimi: inflazione e tassi di interesse alla stelle, disoccupazione ai massimi storici, potere di acquisto dei salari decimato.
Solo un dato fu sorprendente: dopo la crisi, il numero delle donne incinte era aumentato.
Ne parlai con la mia insegnate di islandese, che diede un'interpretazione del dato piena di buoni sentimenti: con il ridimensionamento della propria ricchezza individuale, le coppie islandesi avevano riscoperto il valore della solidarietĂ familiare e vi si erano arroccati per superare il momento di incertezza e difficoltĂ .
Sulle prime trovai le sue parole poco convincenti. Per me, italiano cresciuto nel finto benessere degli anni ottanta, era davvero difficile credere che una scelta impegnativa come quella di diventare (o ridiventare) genitori in un momento di grossa incertezza sul proprio presente potesse essere il risultato di un processo razionale.
Dopo tre anni qui, ho cominciato invece a prendere le parole della mia insegnante molto sul serio. Non solo perchè mi sono reso conto che la cultura islandese (e di conseguenza il suo sistema sociale) è molto a misura di bambino. Rispetto all'Italia, qui l'ossessione del futuro è molto meno marcata. Si vive giorno per giorno. La pianificazione è un optional. La soglia di tolleranza del disagio piuttosto elevata.
Difficile collocare questo tipo di atteggiamento in una scala di valori assoluti. La diatriba manichea fra il meglio quà e il meglio là non è argomento che mi appassiona. Però, lo confesso, questa idea di prendersi del presente in quanto tale, quasi a vedere come va a finire la trovo eccitante.
Per ragioni credo eminentemente culturali, siamo troppo spesso abituati ad associare l'idea di disordine a qualcosa di distruttivo.
Il raggiungimento della maturità diventa un percorso matematico, fatto di assiomi, ragionamenti, passaggi logici, equazioni. Modello rassicurante, senza dubbio. E con molti punti di forza. Ma che perde il contatto con quel fascino dell'ignoto che, sì è vero, spaventa, ma aiuta tanto a crescere. E, qui in Islanda, a fare figli. Nonostante la crisi.
(g.f.)
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