Finanziamento ai partiti, no del Quirinale a cambio del 2 per mille che raddoppierebbe i fondi
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- Gemaakt op 28 november 2024
- Gepubliceerd op 28 november 2024
ROMA, 28 nov. - Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha detto no alla modifica inserita nel decreto legge fiscale del meccanismo che permette ai contribuenti di destinare al finanziamento dei partiti il due per mille, in particolare in riferimento alla ripartizione dei fondi così ottenuti.
Fonti del Quirinale confermano la contrarietĂ del Capo dello Stato, che non darebbe il via libera ad una norma del genere per vari motivi.
Innanzi tutto la mancanza di omogeneitĂ rispetto alla materie contenute nel provvedimento in discussione al Senato. Inoltre una riforma del genere richiederebbe un provvedimento ad hoc e non una semplice disposizione contenuta in un emendamento ad un decreto legge che ha delle caratteristiche particolari, in primis i requisiti di necessitĂ ed urgenza. Infine il cambiamento proposto avrebbe un impatto notevole sulle finanze pubbliche e su fondi che derivano dalle scelte dei cittadini.
Modificare la disciplina del 2 per mille ai partiti, cioè la quota della propria Irpef che i contribuenti decidono di girare al finanziamento della politica. Questo il contenuto, attualmente al vaglio della Commissione Bilancio del Senato, proposto dal Partito Democratico e riformulato dal governo, che prevede da un lato di abbassare la quota dell'imposta sul reddito da destinare alla politica dal 2 allo 0,2 per mille, ma dall'altro di estendere la platea a tutti i contribuenti attraverso un meccanismo di ripartizione generalizzata tra le forze politiche, aumentando la dotazione ai partiti a 42,3 milioni.
Secondo il testo infatti nel caso in cui il contribuente non esprima una scelta sul partito a cui indirizzare questa quota, allora "la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte espresse". Di fatto quindi quello 0,2 per mille sarĂ 'versato' da ogni contribuente italiano, ripartendo le quote di chi non ha indicato una forza politica specifica sulla base delle preferenze espresse da chi invece lo ha fatto, privilegiando quindi di volta in volta i partiti piĂą 'gettonati'. Gli oneri calcolati per questo nuovo meccanismo - si legge nell'emendamento - sono pari a 42,3 milioni di euro dal 2025 a cui, secondo il provvedimento (quasi raddoppiato rispetto al precedente tetto di 25 milioni).
(adnKronos)
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