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Alimentazione, nuove linee guida per la Dieta mediterranea come terapia e prevenzione

Dieta Mediterranea4ROMA, 17 apr. - Le nuove raccomandazioni sull'impiego della dieta mediterranea nella prevenzione primaria e nella gestione di numerose patologie croniche sono state pubblicate ufficialmente all'interno del Sistema nazionale Linee guida (Snlg) dell'Istituto superiore di sanità (https://www.iss.it/-/dieta-mediterranea).

Promosso dalla Società italiana di nutrizione artificiale e metabolismo (Sinpe), dalla Fondazione dieta mediterranea e dalla Società italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec), con il supporto dell'Iss, il documento rappresenta uno strumento concreto a disposizione degli operatori sanitari per supportarli nell'utilizzo del noto modello alimentare, riconosciuto anche dall'Unesco come bene protetto, in diversi contesti clinici. La Linea guida include, inoltre, valutazioni economiche, considerazioni sulla sostenibilità ambientale e indicazioni per l'applicazione della dieta mediterranea in ambito educativo e di promozione della salute pubblica.

Le 81 raccomandazioni del documento, tutte evidence-based a partire da oltre 3.800 studi clinici vagliati, sottolineano con forza l'efficacia della dieta mediterranea nel ridurre la mortalità e l'incidenza di numerose condizioni croniche. Tra queste, le malattie cardiovascolari, nelle quali la Dm (arricchita con olio extravergine d'oliva) è raccomandata per la prevenzione di ictus, fibrillazione atriale, arteriopatia periferica. In oncologia, le raccomandazioni riguardano la prevenzione di tumori in diverse sedi (mammella, colon-retto, polmone, stomaco). Nell'ambito delle patologie metaboliche, le evidenze cliniche supportano l'efficacia della dieta nel prevenire diabete mellito tipo 2, obesità e sindrome metabolica. In merito ai disturbi neurodegenerativi, vi sono benefici documentati sulla riduzione dell'incidenza di Alzheimer, depressione e fragilità in età avanzata. In gravidanza, la Dm ha solidi benefici sul diabete gestazionale e sulle alterazioni patologiche del peso neonatale.

"Una crescente mole di evidenze scientifiche dimostra come un'adesione rigorosa alla dieta mediterranea si associ a un significativo miglioramento dello stato di salute generale, con una riduzione della mortalità complessiva (9%), della mortalità per malattie cardiovascolari (9%), dell'incidenza e della mortalità per tumori (6%) - dichiara Nicola Veronese, professore associato alla Saint Camillus International University of Health Sciences (UniCamillus) e membro del Comitato scientifico di Sinpe - Ciononostante, a livello nazionale e internazionale mancavano linee guida specifiche su come sfruttare questi benefici. Quelle che abbiamo sviluppato rispondono proprio alla necessità di fornire agli operatori sanitari raccomandazioni pratiche sull'adozione della dieta mediterranea, nonché una definizione chiara e condivisa delle sue caratteristiche fondamentali".

"Con il coinvolgimento di oltre 30 società scientifiche e il contributo di esperti clinici, ricercatori ed economisti sanitari – prosegue l'esperto –, il progetto ha rappresentato uno sforzo senza precedenti nella standardizzazione metodologica dell'approccio nutrizionale in sanità pubblica".

La dieta mediterranea è un modello nutrizionale basato su abitudini alimentari diffuse in alcuni Paesi del bacino mediterraneo, come Spagna, Italia e Grecia. È stata riconosciuta dall'Unesco come bene protetto ed è stata inserita, già nel 2010, nella lista del patrimonio culturale immateriale dell'umanità. Si fonda sul consumo abituale di cereali, frutta, verdura, semi e olio d'oliva, rispetto a un uso più limitato di carni rosse e grassi animali (grassi saturi). Prevede un consumo moderato di pesce, carni bianche (come il pollame), legumi, uova, latticini e dolci. Privilegia prodotti locali, stagionali e minimamente trasformati. Rappresenta, concludono gli esperti, uno stile di vita caratterizzato da attività fisica moderata e regolare, giusti tempi di riposo e convivialità. È in linea con i principi di biodiversità, sostenibilità e rispetto della produzione locale e incarna, inoltre, un patrimonio culturale che promuove la connessione sociale e intergenerazionale, attraverso pasti condivisi e pratiche comunitarie.

(adnKronos)


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