Salute e prevenzione, il 73% giovani italiani non è mai andato dall'andrologo
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- Creato 10 Dicembre 2024
- Pubblicato 10 Dicembre 2024
ROMA, 10 dic. - Nonostante una maggiore consapevolezza rispetto agli anni '80, ben il 73% dei giovani italiani non ha mai effettuato una visita andrologica, affidandosi spesso alle informazioni reperite in Rete.
La diffusione di 'Dr. Google', l'aumento della 'cybercondria' e il nuovo 'Prof. Gpt' rappresentano nuove sfide per l'andrologia, che deve essere in grado di soppesare l'informazione online, verificandola e validandola, sostenendo l'importanza del rapporto medico-paziente. Questi i temi al centro di 'S3 - Salute Sessuale SIA', convegno promosso dalla SocietĂ italiana di andrologia, che si terrĂ a Milano il 12 e 13 dicembre (Sala del Gonfalone di Palazzo Pirelli) e che celebrerĂ i 48 anni di attivitĂ della societĂ scientifica fondata a Pisa nel febbraio 1976. In questa particolare occasione, i principali esperti nazionali tracceranno un bilancio dei successi ottenuti dalle precedenti campagne informative e faranno il punto sulle sfide della prevenzione andrologica a 360 gradi, rivolte a tutte le fasce di etĂ .
Dalla fine degli anni '70 - riporta una nota - l'andrologo è diventato una figura del tutto essenziale per la salute maschile nel nostro Paese, trovandosi a sostituire l'importante funzione preventiva rappresentata dalla visita di leva, sospesa nel 2004. Nel corso degli anni, la Sia si è resa protagonista di numerose iniziative, come ad esempio la Settimana di prevenzione andrologica, avviata nel 1999, che ha permesso a migliaia di uomini di accedere a visite gratuite e alla sanità nazionale di avere a disposizione preziosi dati a scopo epidemiologico e di ricerca. Questo progetto innovativo ha coinvolto oltre 265 strutture sanitarie pubbliche e private in tutta Italia, offrendo visite andrologiche gratuite e rappresentando una vera e propria 'pietra miliare' nella raccolta di informazioni e nella sensibilizzazione della popolazione. Gli esiti delle 13 edizioni hanno rivelato risultati davvero significativi e addirittura sorprendenti: ben il 62% dei partecipanti dichiarò di sottoporsi alla sua prima visita andrologica, mentre nel 29% dei casi fu diagnosticata la presenza di patologie andrologiche. Si rese per cui evidente la necessità di un'azione preventiva continua.
Successivamente, nel 2014 - prosegue la nota - la Sia ha invece promosso una serie di attivitĂ e di raccolta firme che hanno portato alla prima proposta di una Legge regionale di prevenzione andrologica e alla creazione, in tutti gli ospedali del territorio, di apposite strutture, in grado di poter esaminare centinaia di migliaia di ragazzi. Proposta, quest'ultima, che nella regione Lazio divenne poi effettivamente legge (la n. 25 del 25 novembre 2019 - 'Disposizioni in materia di tutela della salute sessuale e della fertilitĂ maschile'), riconoscendo finalmente la rilevanza delle patologie uro-andrologiche e l'importanza della conoscenza delle stesse e dei suoi effetti in ambito sanitario, sociale e familiare, allo scopo di agevolare la prevenzione, la diagnosi precoce e il miglioramento delle cure.
Più recentemente - si legge - la Sia ha lanciato la campagna biennale #e-SIA- prevenzione (2023-2024) rivolta ai giovani di età compresa tra i 16 e i 35 anni, in collaborazione con enti militari e accademici. L'iniziativa ha mirato soprattutto a sensibilizzare sulla prevenzione attraverso i moderni mezzi di comunicazione digitale e i social media, promuovendo una cultura in cui la salute sessuale maschile non sia più considerata un tabù. I dati raccolti attraverso un questionario realizzato in collaborazione con l'Università Iulm di Milano hanno evidenziato che, nonostante una maggiore consapevolezza rispetto agli anni '80, il 73% dei giovani non ha mai effettuato una visita andrologica, affidandosi spesso alle informazioni reperite in Rete per i propri dubbi di carattere medico. Per la Sia - conclude la nota - è importante educare alla selezione e consultazione di fonti affidabili, e prevede un futuro in cui tecnologia e interazione umana si combinino al meglio, sottoponendo allo specialista un paziente consapevole e informato, allo scopo ultimo di garantire una prevenzione efficace e una diagnosi tempestiva.
(adnKronos)
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