Il padiglione galleggiante Expo 2015 di Eduardo Souto de Moura si farà …forse. eQual contesta la scelta
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- Creato 24 Luglio 2014
- Pubblicato 24 Luglio 2014
MANTOVA, 24 lug. – E' stata la classica riunione interlocutoria: la brillante presentazione delle caratteristiche e del percorso progettuale che ha prodotto le soluzioni elaborate da Eduardo Souto de Moura per Expo2015 a Mantova è sfociata in un rinvio, se pur a breve, per poter giungere ad una decisione concreta e definitiva.
Il prorettore del Polo territoriale mantovano del Politecnico di Milano, Federico Bucci, ha dettagliatamente illustrato le caratteristiche del progetto presentato dall'illustre architetto portoghese, che dal prossimo anno avrà anche il ruolo di docente del Politecnico, frutto dell'apporto di idee degli studenti che hanno partecipato allo specifico workshop mantovano.
Il progetto, promosso dal Polo di Mantova del Politecnico di Milano, è nato da un accordo tra il Comune, la Provincia, la Camera di Commercio, l'Associazione Industriali e il Parco del Mincio e intende realizzare una costruzione mobile da ancorare in alcuni punti delle sponde dei Laghi di Mezzo e Inferiore.
Un'opera configurata come emblema di Mantova in relazione all'Expo 2015, osservatorio itinerante sull'acqua, contenitore multimediale ad alta tecnologia, simbolico tornare a galleggiare della città , esibizione della capacità creativa e valorizzazione del territorio.
L'incontro, tenutosi presso il Campus Universitario di piazza D'Arco, era destinato a condividere le finalità e le possibili ricadute del progetto sul territorio e a verificare l'interesse del tessuto produttivo mantovano a supportare l'operazione.
In rappresentanza delle autorità locali che hanno sottoscritto il protocollo d'intesa per la costruzione del padiglione erano presenti il presidente della Camera di Commercio, Carlo Zanetti, l'architetto Bruno Agosti del Parco del Mincio e, per il comune di Mantova, la coordinatrice dei Progetti Speciali, Emanuela Meneghini, e l'architetto Giampaolo Benedini.
Aspetti specifici, relativi alla promozione dell'iniziativa e all'eventuale accesso a cofinanziamenti regionali sono stati descritti dal prof. Giuliano Noci, presidente di Explora, la società creata per promuovere all'estero l'offerta turistica di Milano e della Lombardia per Expo 2015.
In ballo ci saranno quote del Fondo Strategico della Regione, un totale di 11 milioni di euro che verrà ripartito in base al numero degli abitanti e a fronte del quale i territori dovranno presentare i progetti entro il 10 settembre come unico soggetto camerale; il parere del prof. Noci è che l'obiettivo primario è realizzare il progetto con una certa sollecitudine, in vista della fatidica data del 1° maggio 2015.
Le aziende mantovane che hanno risposto all'invito erano 6 e a loro è stato offerto un coinvolgimento effettivo anche nel campo decisionale.
Innanzi tutto, il progetto presenta due possibili soluzioni: una torre alta una quindicina di metri e, in alternativa, una piattaforma a cui è ancorata una mongolfiera con il logo di Expo.
C'è da scegliere (appare più probabile la seconda) e, soprattutto, c'è da capire se ci sono i fondi necessari e a quale titolo le aziende dovrebbero eventualmente contribuire.
Pragmaticamente, Carlo Zanetti ha specificato che il prossimo passo necessario sarà una riunione urgente dei firmatari dell'intesa per stabilire con precisione le cifre messe in campo da ognuno e capire se si riesce a coprire almeno l'80% del costo che il Politecnico è invitato a definire con esattezza.
Ci sono i 50mila euro deliberati dalla Camera di Commercio, i 70mila della Fondazione Comunità Mantovana, il Politecnico si è fatto carico del costo progettuale, mentre la Provincia e il Comune dovrebbero contribuire con 40/50mila euro ciascuno.
Il costo dovrebbe aggirarsi intorno ai 300mila euro per la costruzione e 90mila per la comunicazione.
Lo spazio disponibile come luogo di rappresentanza sia per le aziende che per le istituzioni è di circa 80 mq.
Il coinvolgimento anche delle aziende è finalizzato anche all'adozione di decisioni su punti ancora da definire.
La certezza è che serviranno altri incontri per chiarire aspetti fondamentali e, mentre il tempo stringe, rimangono in sospeso diversi quesiti.
Quale utilizzo si può ipotizzare per uno spazio di 80 mq. e quale l'eventuale ritorno?
Quale sarà il destino e l'utilità futura di una tale struttura espressamente definita "padiglione temporaneo galleggiante?
Chi si farà carico della successiva gestione e manutenzione?
Intanto è indispensabile partire dagli aspetti economici e stabilire con certezza se ci sono le risorse e la volontà di realizzare l'opera.
La torre o la mongolfiera?
Non si è fatta attendere la protesta di eQual, il gruppo mantovano di azione sociale che ha emesso il seguente comunicato:
"Il padiglione galleggiante, che si faccia o meno, verrà ricordato come l'imbarazzante collegamento tra Expo 2015 e Mantova.
Un grande evento ormai caratterizzato da arresti, tangenti bipartisan, precarietà e opere non completate; una catena di interessi politico-economici e illegalità che da Milano arriva già fino agli appalti della MN-CR e dei lavori per gli ospedali di Mantova, Asola e Bozzolo.
Nonostante questa situazione c'è ancora chi fa a gara per salire sul carrozzone di Expo: una competizione al ribasso in cui le primedonne della politica locale litigano rendendo il tutto ancora più tragicomico.
In mezzo a una serie di progetti destinati a rimanere su carta, si prevedono circa 400.000 euro di spesa per il padiglione galleggiante.
L'unica grande opera necessaria è quella che rende disponibili alloggi popolari per dare una casa a chi ne ha bisogno e fa in modo di recuperare lavoro in un territorio martoriato dalla crisi; il resto è un carrozzone travestito da esposizione universale".
guido mario pavesi