Lavoro, a rischio povertà i lavoratori con contratto a tempo determinato

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Lavoro BustaPaga4ROMA, 06 mar. - Secondo gli ultimi dati pubblicati da Eurostat, nel 2022 il 14,7% dei lavoratori europei percepiva uno stipendio basso, ossia pari o inferiore ai due terzi del salario orario lordo mediano del proprio Paese. Il dato segna un miglioramento rispetto al 16,2% registrato nel 2018, ma il lavoro povero resta una realtà per milioni di persone.

Sorprende il dato italiano: il nostro Paese è infatti tra quelli dove si registrano percentuali più basse.

I numeri, tuttavia, potrebbero essere falsati da alcuni fattori strutturali della Penisola. Emerge comunque che i dipendenti con contratto a tempo determinato sono più a rischio indigenza.

La tipologia di contratto è insomma uno dei principali indicatori del rischio di bassa retribuzione, dato che, come già detto, il 27,2% dei lavoratori europei con un contratto a tempo determinato ha uno stipendio basso. In Italia, secondo i più recenti dati Istat, i lavoratori dipendenti sono 18,1 milioni e ben 3,2 milioni (il 17,8%) hanno un contratto a termine.

Il tempo determinato è particolarmente diffuso:

  1. tra gli under 30;
  2. nei settori a bassa qualificazione;
  3. nel Sud Italia, dove il precariato è un problema particolarmente avvertito;

Chi lavora con un contratto a termine guadagna meno rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato, sia in termini di stipendio mensile che orario. Ciò si traduce in una maggiore esposizione al rischio di instabilità economica e difficoltà nel costruire un futuro lavorativo sicuro, in linea con il resto d'Europa.

La soluzione, con la volontà delle parti sociali e delle istituzioni, potrebbe essere ridurre il divario salariale tra precari e a tempo indeterminato e favorire una maggiore stabilità occupazionale, con norme stringenti sul mercato del lavoro.

(libero.it)


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